Carmelo Lopapa, la Repubblica 13/9/2015, 13 settembre 2015
BERLUSCONI: BASTA RINCORRERE SALVINI
ROMA.
La campagna di liberazione dall’abbraccio “mortale” di Salvini parte dalla Crimea e passa per Fiuggi. Silvio Berlusconi è al fianco dell’amico Vladimir Putin e rientrerà a Milano solo oggi, in tempo per assistere (in tv o allo stadio) al derby, ma la drammatica voragine in cui è caduta Forza Italia, la perdita secca di gran parte dell’elettorato moderato lo costringe a intervenire per marcare la distanza. Il più benevolo degli ultimi sondaggi (Euromedia, Ghisleri) inchioda Forza Italia al 12%, quello pubblicato ieri da Repubblica (Demos, Diamanti) all’11. Comunque ormai alle spalle del Carroccio che cavalca quattro punti avanti. «Non possiamo andare ancora dietro a Salvini, così ci schiantiamo, finiamo schiacciati, dobbiamo reagire subito», ha concordato l’ex premier coi consiglieri italiani al telefono. È una questione di sopravvivenza ormai.
Approfitta così di quella sorta di due giorni dell’”orgoglio azzurro” organizzata dal vicepresidente Ppe Antonio Tajani a Fiuggi per lanciare l’affondo in prima persona. Proprio a cominciare dal tema più caro alla Lega, l’immigrazione. «L’Europa dalle radici cristiane non può voltare le spalle» dice in una lunga telefonata alla kermesse. E se non è un endorsement in favore della nuova strategia targata Merkel, sull’emergenza, poco ci manca. Anche perché Forza Italia, proprio in barba ai diktat di Salvini, resta saldamente ancorata nel Ppe: Berlusconi fa sapere che tornerà a partecipare, dopo l’esecuzione della condanna, al congresso dei popolari europei in programma a Madrid il 21 e 22 ottobre. Lui è impegnato nella conquista dei moderati disillusi e lontani e chiama i suoi a una nuova “crociata democratica”, invitando a lasciar perdere gli elettori «incazzati» perché quelli, testuale, «votano Salvini se sono di centrodestra e Grillo se di centrosinistra». Più distante di così non si può.
Tant’è vero che il capo del Carroccio accusa il colpo e contrattacca. «Non è vero che noi stiamo con gli incazzati - replica Matteo Salvini - Noi vorremmo allearci con tutti quelli che sono all’opposizione di Renzi ma non a tutti i costi. Se Forza Italia continua in Europa a essere alleata della Merkel come si fa? Si chiarissero le idee, io sono a disposizione».
Il faccia a faccia sembrava imminente tra i due alla vigilia della partenza del Cavaliere per la Russia torna ad allontanarsi, anche se alcuni nello staff non escludono che invece proprio al ritorno, da lunedì, possa tenersi («Escludo al derby» taglia corto scherzando il leghista, «forse dopo se il Milan vince»). Al momento il clima volge al freddo glaciale.
Tajani, uomo di punta nel Ppe, in prima fila ormai tra i big forzisti, è assai soddisfatto a fine giornata e canta vittoria. «L’antimerkelismo a prescindere ha stancato. Noi apparteniamo alla grande famiglia del Ppe dal 1999. I leghisti vogliono rompere con noi? Vogliono perdere tutte le prossime elezioni? Affari loro ». Ormai sembra guerra, in quel che resta del centrodestra. Salvini vuole che trecento sindaci lascino l’Anci «inutile ente romano» per protesta contro le politiche dell’immigrazione dei comuni. E Forza Italia attacca anche lì col suo esponente storico dell’Associasione dei sindaci, Osvaldo Napoli: «Inaccettabile, faremmo un regalo al Pd». A Fiuggi i dirigenti berlusconiani si sentono finalmente “desalvinizzati”. Ma ci sono i consensi da riconquistare, avverte con crudo realismo dal palco la responsabile comunicazione Deborah Bergamini. Salvini è avvertito, ma intanto cavalca i sondaggi.
Carmelo Lopapa, la Repubblica 13/9/2015