Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 13 Domenica calendario

COME FOSSE UNA SFIDA IN FAMIGLIA

Non avevo mai visto, nella finale di un Grande Slam, due ragazze sedute a chiacchierare sorridendo, come se avessero appena finito una partita di club, e si stessero facendo confidenze, a proposito di un qualche argomento poco importante, quasi una domandasse all’altra a che film avrebbe assistito, un paio d’ore dopo, o che tavola calda avesse scelto. Ho scritto tavola calda un po’ di fretta, ma non certo per sbaglio. Infatti la finale di questo Slam resterà, spero, indimenticabile, per i toni dimessi, quasi ventimila persone, che avevano pagato ai bagarini sino a 500 dollari di biglietti, non ci fossero state, cancellate da quell’amicizia, dal carattere provinciale della partita. Dico provinciale, e questo non vuol essere una diminuzione. Le due ragazze italiane vengono da città grandi, ma sempre di provincia, città in cui la sera, passando dalla strada principale, è più facile conoscere un concittadino che ignorarlo.
Dovrei anche commentare, un po’ da distante, il match, nei suoi aspetti tecnici. Direi allora, lontano come sono, con immagini televisive che, so per diretta esperienza, sono lievemente diverse da quelle reali, come i film sono diversi dalla vita, che la geometria ha prevalso sull’immginazione, la solidità sulla creatività, e insomma il tennis di oggi su quello di ieri. Robertina è sì riuscita a ritornare da un primo svantaggio del quale era lei stessa responsabile, più di quanto non lo fosse Flavia, non ancora al massimo delle geometrie. Ma, terminato il tiebreak, la partita era, almeno per me, spettatore professionista, praticamente finita, e la frustrata creatività di Robertina non aveva nessuna possibilità di invertirne il destino.
Quel che resterà, al di là del record, al di là del risultato, è l’umanità e l’amicizia, qualcosa che avevo già ammirato e addirittura fatto notare, nel match tra Venus e Serena. Che sono, ricordo, sorelle. Non diversamente da quanto Flavia e Robertina si siano dimostrate amiche.
Gianni Clerici, la Repubblica 13/9/2015