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 2015  settembre 13 Domenica calendario

E L’AMICO DI SERENA FINÌ SOTTO ACCUSA

Tutta colpa di Drake. L’America non sa spiegarsi altrimenti la scioccante sconfitta del suo colosso Serena con una piccoletta from Taranto dal maledetto cognome Vinci. È stato lui, il rapper canadese presunto flirt della Williams e ormai assodato portatore di una certa sfiga, a scombinare la sorte e pure il perfetto allineamento dei pianeti sul sogno del Grande Slam. Aubrey Drake Graham si agitava smodatamente sulle tribune venerdì sera, la tv lo inquadrava gesticolante al vento qualche promessa: barba, capelli molto corti, un giubbino da college americano di raso verde coccodrillo, auricolare penzolante dall’orecchio sinistro. Forse ascoltava se stesso o un’altra partita, in entrambi i casi sbagliava ritmo perché mentre Serenona annaspava lenta nei suoi 33 anni, gli enormi muscoli e l’ingombrante meta che ogni tennista agogna, l’italiana nata 32 anni fa rimaneva sempre in piedi e poi vinceva ballando la sua Pizzica pugliese. Questione di feeling.
E anche di sound. Su Twitter è un gran chiasso a tale proposito, persino il New York Times di solito più compassato si dedica a ricostruire la trama di questa tesi bislacca innescata sul web secondo cui il musicista di Toronto, 28 anni, sia davvero ospite poco gradito se non da censurare sui campi da gioco. Le prove dell’accusa: i Toronto Raptors, la sua squadra del cuore di basket in Nba, disputarono una stagione orribile quando lui ne fu ambasciatore. Quando tifava Kentucky che milita nel campionato universitario, i Wildcats gli scrissero una lettera scongiurandolo di non assistere più alle loro partite. Povero Drake, e povera (si fa per dire) inconsolabile America. Ci prova persino la first lady a rincuorare la gigante crollata: «Orgogliosa di te, @SerenaWilliams. Straordinario ciò che hai fatto quest’anno» cinguetta Michelle Obama. Un anno cancellato nel rap stonato di una sera, la sera del concerto di Roberta.
Alessandra Retico, la Repubblica 13/9/2015