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 2015  settembre 13 Domenica calendario

DOPO 36 ANNI LA FRANCIA RIAPRE IL CASO DEL “SUICIDIO” DEL MINISTRO BOULIN

Lo ritrovarono alle 8,40 di mattina del 30 ottobre 1979. Il cadavere di Robert Boulin giaceva in uno stagno melmoso della foresta di Rambouillet, a Sud-Est di Parigi: il corpo rigido, in ginocchio, e la testa fuori dall’acqua. La sua Peugeot 305 era stata abbandonata sulla riva, sotto gli alberi dalle foglie rosse. Sul cruscotto, poche parole scritte su un cartoncino: «Baciate perdutamente mia moglie. Consolatela, perché io ho deciso di farla finita. Addio».
Nove volte ministro, Boulin era un personaggio di spicco della destra francese. A 21 anni, nel 1941, era entrato nella Resistenza. Avvocato e seguace del generale De Gaulle della prima ora, aveva fama di persona integra, amatissimo dall’opinione pubblica. Quando morì era ministro del Lavoro e probabile successore di Raymond Barre, nel posto di premier, sotto la presidenza di Valéry Giscard d’Estaing.
IL MISTERO
Fu davvero suicidio? Dopo anni di lotta la figlia Fabienne l’ha spuntata. La procura di Versailles ha deciso di riaprire il caso sospettando «un sequestro seguito da morte o assassinio». Sarebbe nato tutto sullo sfondo dell’ambiente gollista, fatto di intrighi politici e fondi neri al partito. «Sono i nostri anni di piombo», sottolinea Benoît Collombat, giornalista di «Radio France», che ha dedicato diverse inchieste all’affaire Boulin.
Pochi giorni prima della sua scomparsa, i media francesi avevano tirato fuori uno «scoop» riguardo a irregolarità relative all’acquisto di due ettari di macchia in Provenza da parte del ministro (accuse che poi si riveleranno infondate). Lui c’era rimasto male. I suoi familiari credettero inizialmente alla versione del suicidio. Ma nel 1983 si ritrovarono tra le mani le fotografie del corpo, al quale non avevano avuto accesso subito dopo la morte. Videro un volto tumefatto e si fecero un’idea diversa di come fossero andate le cose. Chiesero che fosse effettuata una nuova autopsia sui resti di Robert Boulin: emerse che quel corpo in realtà era finito in acqua dopo il decesso, che era stato percosso, i polsi legati.
LE 77 ANOMALIE
Da allora Fabienne Boulin-Burgeay ha rilevato 77 anomalie nelle inchieste condotte dalla polizia, chiedendo costantemente la riapertura delle indagini. Ma sempre invano. Finché nel 2013 il giornalista Collombat ha scovato un testimone, che la sera del 29 ottobre 1979 vide il ministro a bordo della sua auto, a poche centinaia di metri dallo stagno. Due persone si trovavano con lui, una al volante dell’auto. Solo così la giustizia ha deciso di rimettere le mani sull’affaire. Classificato come «gollista sociale», Boulin era osteggiato dalla cricca di Jacques Chirac e soprattutto di Charles Pasqua. Contestava certi sistemi di finanziamento illegale del partito. E forse di personaggi come Saddam Hussein e il presidente del Gabon Omar Bongo. Sembra che volesse parlare. Non ne ha avuto il tempo.
Leonardo Martinelli, La Stampa 13/9/2015