Silvio Gentile, Il Messaggero 12/9/2015, 12 settembre 2015
STRETTA SUGLI ESTREMISTI ISLAMICI, 45 ESPULSIONI NEL 2015
ROMA Sono 45 gli estremisti islamici (tra i quali anche due imam) espulsi dall’Italia quest’anno, mentre 64 persone sono state arrestate nell’ambito del contrasto alla minaccia jihadista. I dati li ha forniti il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, facendo il punto al Viminale sul terrorismo nella ricorrenza degli attentati dell’11 settembre 2001.
IL LAVORO
«Se in Italia non è successo nulla - ha tenuto a dire il ministro - possiamo ringraziare il cielo, ma anche il grande lavoro di prevenzione svolto dalle forze dell’ordine e dall’intelligence». Complessivamente, dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, dal 2002 ad oggi, sono 228 le persone espulse dall’Italia in relazione al terrorismo islamico, 299 gli arresti. «Ora - ha ricordato Alfano - ci troviamo ad affrontare un terrorismo diverso da quello dell’11 settembre. L’Isis ha ambizioni, uomini e soldi che nessuna organizzazione terroristica ha mai avuto prima. Il 2015 si è aperto con l’attentato di Parigi e l’Italia è in prima fila per contrastare la minaccia con azioni repressive, legislative e di intelligence». A preoccupare, ha proseguito il titolare del Viminale, sono i cosiddetti lupi solitari, nonchè i foreign fighters.
I NUMERI
In proposito, si stimano in 81 i combattenti “italiani” che sono andati in Siria. In realtà quelli di cittadinanza italiana sono cinque, altri cinque hanno doppia nazionalità, mentre gli altri hanno avuto in qualche modo a che fare con l’Italia per trascorsi, collegamenti e come luogo di partenza. Il sottosegretario con delega all’Intelligence, Marco Minniti, ha evidenziato la difficoltà di prevenire gli atti terroristici riconducibili all’Islamic State. «Non c’è - ha osservato - una direzione strategica che decide gli obiettivi da colpire, ci sono singoli e gruppi che si attivano spontaneamente e questa assoluta spontaneità significa anche assoluta imprevedibilità».
L’IMMIGRAZIONE
E con i continui arrivi di migranti si torna a parlare di rischio infiltrazioni di jihadisti. Il capo della polizia, Alessandro Pansa, è cauto. Anche perché, almeno al momento, non sembrano esserci segnali che confermino questi timori (espressi anche di recente dal cancelliere austriaco). «È - ha riconosciuto - un pericolo esistente che col passare del tempo aumenta sempre di più, ma - ha aggiunto - finora non c’è nessun elemento che ci mette in allarme. Ci siamo attrezzati per prevenire questi rischi con servizi specifici. Ce la mettiamo tutta ma non siamo sicuri al 100%».
L’attenzione è massima anche verso il Giubileo che potrebbe rientrare tra gli obiettivi del terrorismo islamico. Ma le forze dell’ordine stanno lavorando per cercare di mettere in sicurezza Roma. «Siamo sereni - ha detto Pansa - ma non tranquilli. Ci stiamo preparando ipotizzando gli scenari peggiori confidando che non si verifichino. Abbiamo fatto due esercitazioni antiterrorismo, metteremo in campo i nostri reparti speciali e abbiamo chiesto alla Difesa di metterci a disposizione anche i loro uomini se saranno necessari».