Vincerto Martucci, La Gazzetta dello Sport 14/9/2015, 14 settembre 2015
FOGNINI: «NON POTEVO MANCARE. SE VA BENE CI SPOSIAMO»
Fabio Fognini si materializza all’improvviso, sabato mattina, nella players lounge di Flushing Meadows, tre giorni dopo essere ripartito per l’Italia, dopo la rimonta con Rafa Nadal e quindi il k.o con Feliciano Lopez negli ottavi. La sua Flavia è sorpresissima, raggiante, se lo guarda e se lo riguarda, poi l’abbraccia, dolcissima, affettuosa, gli si accoccola vicina, lo guarda fisso, non lo lascia fino a mezz’ora prima della finale. Solo John McEnroe, da sempre tifoso di Fabio, può avvicinarsi senza timore, mettendo su un singolare siparietto: «Ehi, non dovevi essere in Siberia?». E Fabio: «Come fai a saperlo?». John: «Me l’ha detto il tuo amico Seppi, non hai la Davis?». Fabio: «Mi sono fatto un bel San Remo-Genova-Roma-New York, e ho anche dato di stomaco appena prima del volo per qui, chissà che cosa m’è venuto. Ho detto all’imbarco: “Scusate un attimo, devo andare al bagno”. Mi sono messo due dita in gola e ho vomitato tutto. Riparto da qui per Mosca. Il capitano mi ha già avvisato: “Giochi singolare e doppio”». Mentre coi media è sempre fra il burbero e il sarcastico: «Se succede a me una cosa così i giornalisti li voglio lontani, fuori dallo steccato...».
Fabio, bentornato. Che ne pensi del ritiro di Flavia?
«Non lo sapevo, me ne aveva parlato, ma non sapevo della sua decisione ufficiale».
Lei invece dice che te l’aveva detto. Dice anche che, egoisticamente tu preferiresti che continuasse, cosìcché il vostro rapporto rimane uguale e vi continuate a vedere così spesso.
«Come sempre, rispetto la sua decisione, anche se magari non sono d’accordo. Ma è il suo lavoro, la sua vita, il suo tennis e come tutte le cose, ti devi prendere le tue responsabilità».
Magari così trovate il tempo per il matrimonio.
«Se vanno bene le cose, speriamo di sì».
Ma come hai vissuto quei momenti in cui lei diceva addio nell’Arthur Ashe?
«Mi sono un po’ commosso, faccio il suo stesso lavoro, e mi dispiace. Non giudico la Flavia che ha lasciato il tennis, ma quella che chiude una carriera come nemmeno lei si aspettava di poter fare, vincendo non solo uno Slam, ma il suo primo ed unico Slam».
Speriamo che venga voglia anche a te di vincerne uno.
«La voglia ce l’ho, certo, con Simone, ho anche vissuto la sensazione, in doppio, a gennaio in Australia. Ma viverlo in prima persona dev’essere molto più forte e particolare».
Ma perché sei tornato?
«Mi sono sentito di venire perché così chiude in bellezza, era un’occasione unica, e ha coronato il sogno della carriera».
E’ stata dura vincere le emozioni contro Roberta.
«Flavia se lo meritava questo successo, è una bella testona: questi match sono brutti da giocare, i derby sono sempre partite strane, molte sentite, e Flavia ha vinto di forza mentale».
Come sarà tornare il prossimo anno agli Us Open, senza avere Flavia nel torneo con te?
«Guarderò la sua foto fra i campioni, nel corridoio che porta al centrale».