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 2015  settembre 13 Domenica calendario

VALERIA GOLINO È LA MIGLIOR ATTRICE: CON ME VINCONO LE DONNE OPPRESSE

VENEZIA Ha vinto «’a capasciacqua», in napoletano, «la testa vuota». Così Valeria Golino viene definita in Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, che le ha ridato la Coppa Volpi 29 anni dopo Storia d’amore di Citto Maselli. «Potete anche non dire che è passato tutto questo tempo — sorride —. Sono l’unica italiana ad averla vinta due volte. Le altre due sono straniere, Isabelle Huppert e Shirley MacLaine. Che onore». Una tamurriata psichedelica dove anche Haendel viene distorto, il riscatto di una donna sposata a un malavitoso.
«La cosa più difficile era rendere la sua incapacità di vedere la realtà. Ma poi si ribella. Senza retorica, è un film importante per tutte le donne, anche se è un racconto esistenziale che vale per ogni essere umano».
Alla vigilia ci disse: è talmente atipico che potrebbero farci a pezzi.
«Io sono una vecchia volpe, l’avevo capito in sala che le cose si mettevano bene. Gaudino è visionario, fantasmagorico. Ho capito come sarebbe stato il film dopo che lo abbiamo girato. Nel montaggio costruiva le immagini come un artigiano, un marionettista che muoveva i fili del suo mondo parallelo».
Ha una carriera discontinua, sparisce, riappare…
«Spero si capisca che è un autore che ha qualcosa da dire, non dovrebbe aspettare 15 anni per poter fare un film. È un tentativo di fare un cinema diverso, ed è la prima volta che recito nel dialetto della mia Napoli. Una Napoli imprevedibile, dantesca, con una sua fantasia barocca. Una sorpresa anche per me, che l’ho interpretato. Non mi dava punti di riferimento, mi ha “fragilizzata”. Ora ho una contentezza vera. Anche perché è stata una lotta quotidiana».
Perché?
«Questo film è contro tutto e tutti, era più facile che non si facesse. Ci negavano le location, la latitanza economica istituzionale. Che ricordi mi ha lasciato? I lividi presi dal marito manesco (Massimiliano Gallo), e l’aver appreso il linguaggio dei segni per comunicare col figlio sordo».
La figlia che si ribella alla madre nel film…
«Io non l’ho mai fatto, è una cosa mai provata sulla mia pelle, non riesco a relazionarmi a quel sentimento. È una figlia del nostro momento storico, con il suo trucco esagerato. La madre le dice che per farla felice le ha comprato tutto quello che ha voluto. È la mia ignoranza che l’ha messa su quei tacchi a spillo».
Lei ha detto di essere una preda erotica nella vita .
«Era una conversazione leggera tra due donne, il modello della donna aggressiva, dominatrice, americana, non è il mio. Vengo da un’altra mentalità».
Cosa ricorda della Coppa Volpi presa a 20 anni?
«Fui avvisata all’ultimo momento. Non avevo il vestito, lo chiesi in prestito a mia madre. Ricordo le domande un po’ stupide che mi facevano e le mie risposte altrettanto stupide».
Venezia nella sua carriera?
«Ci sarò andata 20 volte, nelle diverse sezioni, come giurata. È un luogo evocativo, il festival della mia nazione. Venezia è una grande madre per me. Ora preparerò il mio secondo film da regista, Euphoria : è un titolo provvisorio, ma sarà drammatico e euforico».