Aldo Grasso, Corriere della Sera 13/9/2015, 13 settembre 2015
L’ASTRO NASCENTE CHE DIVIDE I CINQUESTELLE
Che poi, gira e rigira, quando si tratta di presa di potere siamo tutti uguali, i grillini come noi. Succede questo: durante una conferenza stampa al Senato, Beppe Grillo si volta amorevolmente verso Luigi Di Maio, seduto al suo fianco, e lo gratifica di una spiccia investitura: «Maledetto, sei il leader».
Che Di Maio sia l’astro nascente dei Cinquestelle lo pensiamo tutti. Lasciamo perdere i sondaggi; basta vedere come veste, come si muove, come ha abbandonato i facili slogan populisti della ditta Grillo & Casaleggio per capire che è uno non insensibile alla leadership del M5S. Ma non aveva fatto i conti con la gelosia di Roberto Fico, il rude deputato napoletano, membro del direttorio e presidente della commissione di Vigilanza Rai. Fico di tv capisce poco (basta risentire le sue esternazioni sul caso Casamonica), ma gli piace comandare e tutta la mitologia della democrazia diretta, dell’uno vale uno, dei deputati come portavoce del popolo è già un lontano ricordo.
Quello che si ritiene il meglio Fico del bigoncio la prende male e precisa: «Il leader è il movimento, ogni persona all’interno del movimento fa la sua parte. Ognuno, in qualche modo, è leader degli argomenti che porta avanti e con la Rete riusciremo a prendere il governo del Paese». Traduzione: col cavolo che Di Maio è il leader!
Grillo fa marcia indietro: sarà la Rete a decidere. Traduzione: maledetti, allora decideremo ancora io & Casaleggio.