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 2015  settembre 14 Lunedì calendario

PENNETTA: «UN FIGLIO SI’, LE OLIMPIADI FORSE. ADESSO LA MIA VITA È PERFETTA»

Il cambio di scena è immediato. I turisti della domenica stanno scattando le foto dalla terrazza del Rockefeller Center verso Central Park, l’Empire, Ground Zero, quando vedono una ragazza uscire dall’ascensore in tacchi a spillo, vestito blu elettrico mozzafiato, e una coppa in mano. «Ma chi è?». Flavia Pennetta. «Quella che ha vinto gli Open?». Smartphone e macchine fotografiche si girano all’istante verso l’interno della terrazza, mentre lei sorride con la simpatia che ha contraddistinto la partecipazione di tutte le tenniste italiane agli Open.
Come hai festeggiato sabato sera?
«Ero abbastanza stanca, quindi abbiamo optato per una cena tranquilla e una buona bottiglia di vino in un ristorante, con il mio team e Fabio. Eravamo in quattro e siamo stati benissimo. Pensavo che finalmente la notte avrei dormito, e invece sono rimasta più sveglia che il giorno prima della finale».
Dopo la vittoria hai detto che lasci il tennis a fine stagione. La decisione è definitiva, o potresti arrivare fino alle Olimpiadi dell’anno prossimo?
«Ora non ci sto pensando. Voglio vivere questo momento al massimo. Poi penseremo al futuro, magari fra qualche giorno. Mio padre vorrebbe che continuassi fino al 2050».
Perché hai deciso di lasciare?
«È diventato molto duro per me competere. Giochiamo 24 settimane all’anno, per farcela devi combattere ogni settimana, e sento di non avere più questa forza. Il tennis è meraviglioso, ma anche esigente. Da giovane devi fare molte rinunce, perdi molte cose. Ora però, con questa vittoria, la mia vita è perfetta».
Quando lo hai detto a Roberta Vinci?
«Dopo la partita, mentre eravamo sedute sulla sedia. Lei ha risposto di scatto: che?! Ma poi ha aggiunto: no, fai bene, è giusto così, perfetto».
Il premier Renzi ha detto che tu e Roberta non avete solo scritto una straordinaria pagina sportiva e umana, ma anche dato un esempio all’Italia.
«Sono contenta per le sue parole, e perché ha trovato il tempo per non perdersi questo momento storico per lo sport italiano. Ho ringraziato molto lui, il presidente del Coni e quello della Federazione, il fatto che siano venuti è stato un gesto meraviglioso. Se poi posso essere d’ispirazione, ben venga. Sabato è stata una grande giornata per l’Italia. Con tutti i problemi che ci cono, le difficoltà quotidiane, è stata una boccata d’ossigeno. In fondo questo era il nostro sogno, la nostra speranza, e con Roberta abbiamo dimostrato che i desideri si possono realizzare. È stato un messaggio di forza, che poi chiunque può adattare alla propria vita».
Con questa vittoria hai scavalcato Francesca Schiavone e sei diventata la numero uno del tennis italiano?
«No, non mi pare il caso di fare graduatorie. In questi anni l’Italia ha avuto quattro atlete che sono arrivate a giocare una finale dello Slam, dando al nostro tennis qualcosa che chissà quanto ci vorrà per averlo di nuovo. O magari no, magari arriverà presto. Quattro ragazze che si sono spronate a vicenda. In alcuni casi hanno fatto anche a capocciate, sono volati i vaffa..., ma il risultato è quello che avete visto».
Continuerai a giocare in doppio con la Errani?
«Spero torni a giocare con Roberta, in particolare alle Olimpiadi. Si meritano di avere questa opportunità, e io mi farei subito da parte».
In futuro potresti fare l’allenatrice?
«Non credo di essere una brava maestra, non saprei come impostare un bambino...».
Nemmeno tuo figlio?
«A quello ci penserà Fabio - risponde lei con un sorriso, ammiccando al fidanzato Fognini che le sta accanto, con cui si sposerà presto -. Però non vedo la mia vita senza il tennis. Mi piace. Qualcosa si può pensare, magari sui metodi di allenamento. In Italia abbiamo una base molto buona, un buonissimo insegnamento della tecnica. Sarebbe un peccato non trovare il modo di trasmettere l’esperienza meravigliosa che ho vissuto».