Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 14/9/2015, 14 settembre 2015
RENZI SI ASSOLVE PER LA GITA A NEW YORK A SPESE NOSTRE
Ora che il suo viaggio con l’aereo di Stato a New York (150mila euro e più solo di volo) per vedere la finale degli Us Open ha l’approvazione di statisti come come Mariastella Gelmini, Ignazio La Russa e Altero Matteoli – tutti ex ministri di Silvio Berlusconi che ieri lo hanno difeso a mezzo stampa – Matteo Renzi si può rasserenare.
Il cinegiornale d’antan è ormai l’unica dimensione del racconto pubblico e per l’occasione pure l’Agenzia Stefani – che si diceva avesse cambiato nome dopo la guerra – è risorta: niente domande (“non è il momento delle polemiche, era giusto essere qua”), New York ama il premier, gli riserva “un lungo applauso, quasi un’ ovazione”, c’è gente che grida “viva Matteo”, lui entra allo stadio “ed è subito show, tra selfie, sorrisi, strette di mano, palline da tennis autografate”. Infine, l’apoteosi: “Il suo momento arriva quando alla fine del primo set sui maxischermi lo inquadrano al pari delle star dello spettacolo e dello sport presenti, da Michael Douglas e Catherine Zeta Jones a Robert Redford e James Taylor”. Colonna sonora: Andrea Bocelli. Pure Billie Jean King, la più grande tennista di sempre, viene interpellata. Su cosa? Ma su Renzi: “È affascinante e socievole”. In sostanza, gli stessi contenuti informativi del video caricato sul sito del governo, che però è più sobrio e non ha la chicca della King.
Il pensiero di Renzi sulla questione, invece, viene affidato alla sua newsletter. Certo, per andare a festeggiare la vittoria italiana agli Us Open ha disertato la Fiera del Levante, ma d’altronde Flavia Pennetta e Roberta Vinci sono “due ragazze del Sud”, che “non rassegnandosi e non arrendendosi dimostrano che siamo capaci di tutto”. Praticamente, a New York, è andato a occuparsi di Mezzogiorno: e infatti, a luglio, alla finale (vinta) da Tania Cagnotto ai mondiali di nuoto in Russia mica c’era. Quella è nata a Bolzano.
“Ho letto molte polemiche per la mia scelta – scrive, addolorato, il presidente del Consiglio – Fosse stato il calcio, non avrebbe detto niente nessuno. Ma è tennis, tennis femminile, e allora in tanti hanno storto la bocca come fosse sport di serie B”. Quindi è andato a New York a occuparsi non solo di Sud, ma pure di questione femminile e sport minori (il tennis?): i tuffi della Cagnotto, se ne deduce, non riguardano né l’una, né gli altri. O forse c’entra il fatto che Tania poteva anche perdere e il nostro non ama essere associato a eventi spiacevoli.
Comunque, la tesi del premier è che il suo sia stato una sorta di viaggio istituzionale, un dovere connesso alla carica: “Una comunità nazionale sta insieme anche grazie a emozioni condivise e non solo a statistiche” (e senza di lui l’emozione non sarebbe stata la stessa).
Piccola nota finale: prendersi in affitto un super-jet da un milione a settimana (non una parola sul tema), volare in vacanza o a Flushing Meadows con l’aereo di Stato, prendere l’elicottero “blu” per tornare a casa nel week end, triplicare le spese in sondaggi di Palazzo Chigi sono tutte piccole cose quanto a impatto sul bilancio pubblico, ma assai fastidiose se si è un presidente del Consiglio che sta per tagliare 10 miliardi di spesa pubblica e nell’anno passato ha già devastato – buon ultimo – regioni, comuni e sanità. Per Renzi, d’altronde, l’importante sono le emozioni, non le volgari questioni di soldi: però – parafrando Ricucci – a fare la spending review col portafogli degli altri sono capaci tutti…