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 2015  settembre 14 Lunedì calendario

ADDIO A VALLETTE E SHOW: MEROLONE SCIUPAFEMMINE AMA SOLO GLI ANIMALI

Una banalità del tipo «più conosco gli uomini, più amo gli animali», Valerio Merola non la direbbe mai. Innanzitutto perché il Merolone, in tanti anni di onorata carriera, ha conosciuto certamente più donne che uomini; e poi perché a Valerio non piacciono le frasi fatte. Anche linguisticamente questo spettacolare 60enne (nato a Roma il 15 giugno 1955) ha gusti sofisticati.
Sarà forse per questa sua peculiarità che lui - animalista convinto - non ha aderito a una semplice associazione pro Fido o proFuffi, ma addirittura alla Coscienza degli Animali, la fondazione «nata dalla volontà di Michela Vittoria Brambilla e Umberto Veronesi, per creare in Italia una nuova cultura di amore e tutela degli animali e di rispetto dei loro diritti».
Quei molesti radiofonici della Zanzara (ma, si sa, le zanzare non hanno coscienza) di recente lo hanno sfottuto mica poco: «Allora Valerio, che pena riserveresti a chi abbandona gli animali? Dì la verità, lo condanneresti a morte?». Lui sta al gioco e risponde di «sì» anche se dal tono della sua voce si capisce che, se solo avesse una pantofola sotto mano, la userebbe per spiaccicare al muro zanzara Cruciani e zanzara Parenzo: una piccola trasgressione violenta rispetto all’ortodossia pacifista del suo credo animalista; un credo che Merola professa in modo «convinto e determinato», magari per un debito di riconoscenza nei confronti di un suo fedele amico che, purtroppo, non c’è più.
Quel «fedele amico» si chiamava Jack ed era uno splendido labrador. Valerio ne parla con i toni di un padre che ha perso un figlio: «Sì, Jack era proprio come un figlio. Lo portavo sempre con me, anche negli studi televisivi. Talvolta mi aspettava in camerino. Eravamo inseparabili». Poi una maledetta corsa nel parco e Jack che viene stroncato da un improvviso collasso respiratorio.
Una storia di affetto reciproco di cui, ora, rimangono solo ricordi bellissimi. E dire che era tutto era cominciato per caso: «Una sera, mentre stavo andando a Milano per lavoro, alcuni amici che vivono in provincia di Torino mi chiamarono per invitarmi a vedere la loro cucciolata di labrador. Di ritorno, passai dal loro veterinario. Lì trovai sette cuccioli splendidi: uno di loro mi venne incontro e non mi lasciò più. Una sensazione meravigliosa. Sono convinto che fu lui a scegliermi. Quel giorno stesso lo portai a casa con me». Da allora Jack e Valerio divennero inseparabili. Fino a quel giorno drammatico: «Mentre stavamo giocando a palla in un parco di Montecarlo, lui si sentì male. Lo portai subito da un veterinario. Flebo, punture, esami. Fu tutto inutile. Aveva soltanto sei anni. Ma sono stati sei anni indimenticabili». Jack è rimasto nel cuore di Valerio: «Sulla sua lapide ho fatto scrivere la frase “chi non crede che l’amore di un cane sia forte come quello di un figlio non ha conosciuto Jack! Ti ricorderò per sempre e sarai sempre con me”. È la stessa frase che compare nel mio sito, accanto alla foto che ci ritrae insieme».
Strana la vita: Merolone, che nel suo album fotografico ha scatti insieme a celebrati Vip internazionali, ha un debole proprio per quell’immagine sbiadita sulla tomba di Jack, ma sempre vivida nei suoi pensieri. Pensieri - traguardata ormai l’alba dei 60 anni - che non scadono mai nell’amaro dei rimpianti. Anche se di amarezze, Valerio, ne ha vissute tante. Forse troppe. Ma ne è sempre uscito a testa alta. Dallo scandalo Vallettopoli ai guai fiscali: assolto. Alla faccia di chi lo dava ormai per «finito».
Il Merolone non solo è rimasto in piedi ma si è tolto pure tante soddisfazioni. Come quella di vedere il giudice che lo aveva fatto arrestare nell’inchiesta Vallettopoli, finire a sua volta di recente nei guai con accuse (corruzione) ben più gravi di quelle che erano state mosse a lui e a Sabani («già, il mio grande amico e maestro Gigi, che, per colpa di quelle calunnie, ci ha rimesso la vita»). Idem sul fronte delle accuse fiscali. A proposito di queste ultime, l’anno scorso Valerio scrisse anche una lettera a Dagospia: «Caro Roberto, voglio che tu sia il primo a saperlo: sono stato assolto dal Tribunale di Roma dall’accusa di evasione fiscale perché il fatto non sussiste. Forse ricorderai che nel 2012 uscì con grande evidenza su tutti i tg la notizia che ero accusato di evasione fiscale per cinque milioni di euro e che la mia residenza a Montecarlo sarebbe stata "fittizia". Mi sono battuto come un leone, ma alla fine c’è l’ho fatta». «La grande stampa dopo aver sbattuto il mostro in prima pagina ai tempi delle accuse contro di me - ricorda ora Merola -, liquidò la mia assoluzione in poche righe. Unica eccezione: voi del Giornale».
Una carriera da mattatore, quella di Valerio, ma anche un po’ da matto, dicono i suoi detrattori. Che certi vezzi del Merolone (supercar, supermoto, superdonne, superlusso) non li hanno mai digeriti: un po’ per falso snobismo, ma più probabilmente per invidia. Del resto, nel bene e nel male, i riflettori su Valerio non si sono mai spenti. Al massimo si sono un po’ sfocati, ma questo è inevitabile per tutti gli uomini di spettacolo.
«Se guardo il mio curriculum, non posso che esserne orgoglioso», racconta Valerio. Il suo pedigree (termine che non dispiacerebbe all’amato Jack) parla chiaro.
Dopo aver esordito su Gbr, una rete locale laziale, presentando un programma dal nome Falchi della notte, nel 1984 è passato alla Rai partecipando a Fantastico 5 con Pippo Baudo, Heather Parisi ed Eleonora Brigliadori, dove presentava i collegamenti esterni; l’anno successivo svolse lo stesso ruolo a Domenica in.
Nel corso della sua vita professionale ha partecipato alla conduzione di diverse trasmissioni musicali, tra cui il Concorso voci nuove Castrocaro, il Girofestival e Un disco per l’estate, approdando poi al Festival di Sanremo nel 1988, di cui ha curato per due edizioni i collegamenti esterni e le manifestazioni collaterali del Dopofestival. Negli anni novanta ha partecipato a Scherzi a parte ma ha soprattutto ideato e realizzato il primo talent show italiano, Bravissima, ottenendo record di ascolti sulle reti Mediaset e facendo da precursore al successivo Amici di Maria De Filippi. La quale non risulta l’abbia mai ringraziato.
In seguito allo scandalo Vallettopoli, Merola si trasferì a Cuba (da lui stesso definito «esilio dorato»), dove organizzò una versione internazionale di Bravissima; divenne quindi consulente artistico della televisione di Stato cubana e acquisì grande popolarità. Il format di Bravissima venne venduto a diverse emittenti sudamericane. Ritornò in Italia nel 2000, per condurre alcune trasmissioni su reti di secondo piano e locali. Nel 2004 ha partecipato al reality show L’isola dei famosi, venendo eliminato nel corso della seconda puntata con il 73% dei voti, e nel 2005-2006 è tornato a realizzare i collegamenti esterni per Domenica In. Su Wikipedia non mancano le chicche: «Valerio Merola è un simpatizzante della Lega Nord e ha partecipato alla festa per la vittoria organizzata dai giovani del partito in una nota discoteca milanese, il 22 aprile 2008. Successivamente, nel 2010, ha organizzato una cena elettorale in onore del candidato Renzo Bossi».
Nell’estate 2010 ha condotto La giostra sul 2 accanto a Veridiana Mallmann e Gegia. Proprio questo suo ritorno in tv è stato oggetto di una polemica da parte del critico televisivo Aldo Grasso, al quale Merola ha replicato per le rime. Ciliegina sulla torta, non poteva mancare un libro autobiografico: Diavolo di un angelo (Edizioni Larus). Introvabile. Considerata la rarità, è stato definito il «Gronchi rosa» della letteratura italiana.
Avranno mica esagerato? Valerio ride di gusto: tra le sue qualità c’è anche l’autoironia.