Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore 11/9/2015, 11 settembre 2015
I TITOLI ALLO «ZERO VIRGOLA» ATTIRANO CAPITALI ESTERI
Un passo da formica, quello del BoT annuale ieri che in asta è avanzato allo 0,028% dallo 0,011% dall’emissione di luglio. I rendimenti restano dunque bassissimi e secondo la previsione prevalente sui mercati, i tassi rimarranno attorno ai minimi per un periodo relativamente lungo. Il contesto lo richiede: le banche centrali - e non solo - sono preoccupate per l’andamento della crescita mondiale, che per i più pessimisti rischierebbe addirittura di scendere sotto la soglia del 3% quest’anno. I mercati emergenti sono entrati in una spirale che non promette nulla di buono (il Brasile ne è un esempio eclatante) e intanto le valute dei Paesi esportatori di materie prime inesorabilmente scendono nei confronti di dollaro ed euro. L’inflazione di conseguenza è vista debole e in difficoltà a rialzare la testa, tanto che il presidente della Bce Mario Draghi ha messo le mani avanti e giocato d’anticipo, l’altro giorno, iniziando a parlare della possibilità di un’inflazione «a dati negativi».
Per tutti questi motivi, sta almeno andando bene al debitore numero uno in Italia, lo Stato. Il Tesoro ha potuto mantenere a tutto agosto compreso (e turbolenza cinese inclusa) il costo medio alla raccolta finora quest’anno (la media ponderata dei titoli di Stato collocati in asta) al minimo storico dello 0,74%: i titoli di Stato italiani risultano a tutt’oggi appetibili perchè pagano rendimenti più alti degli Stati europei “core”. I BoT collocati ieri allo 0,028% lordo sono intoccabili per il risparmiatore “nettista” italiano: al netto della ritenuta del 12,50% e di commissioni massime eventuali, Assiom ha calcolato che questi Buoni sono stati offerti al -0,128% per l’investitore privato.
I Bubill tedeschi hanno tassi negativi per gli investitori istituzionali, invece: ieri gli annuali sulla curva tedesca rendevano -0,25%.
Ma allora, chi li compra i BoT a questi livelli? Per un trader francese, ieri, senza ombra di dubbio «tutti li comprano, perchè almeno qualcosa sopra lo zero lo rendono». Le statistiche della Banca d’Italia - le ultime disponibili rilevano dati fino al febbraio di quest’anno - disegnano un quadro quasi capovolto nel 2015 rispetto al 2007, quindi prima dello scoppio della Grande Crisi. In merito alle consistenze dei BoT detenuti dalle principali categorie di sottoscrittori, quest’anno la parte del leone è confermata alla voce «resto del mondo». Il portafoglio estero in questo caso è rappresentato principalmente dalle banche centrali, che utilizzano i BoT come strumenti di parcheggio della liquidità. Non sono le sole, comunque: anche i fondi di money market sono indicati tra i principali detentori all’estero dei nostri BoT. Su uno stock di BoT in circolazione pari a 132 miliardi, dopo i detentori stranieri al secondo posto vengono con 19,7 miliardi «gli altri» ovvero gli investitori diversi da banche e fondi comuni, quindi prevalentemente famiglie e imprese. Al terzo posto le banche italiane (compresa la Cassa depositi e prestiti) detengono nei dati di quest’anno 16,1 miliardi (erano attorno ai 50 miliardi nel 2012) per finire i fondi comuni (13 miliardi). Nel 2007, la ripartizione della torta dello stock di BoT in circolazione era molto diversa, con 82 miliardi detenuti da famiglie e imprese e 15 miliardi dal resto del mondo. Ma all’epoca, i Buoni ordinari del Tesoro rendevano il 4%, la curva era piatta: nel 2007 il tasso medio dei BTp decennali (calcolato sull’importo assegnato) è stato del 4,41%, quello dei BoT annuali al 4,38 per cento.
I BoT-people esisteranno sempre, perchè il Tesoro colloca ogni anno attorno ai 200 miliardi di emissioni lorde di Buoni a sei e dodici mesi (raramente tre mesi). Lo stock di BoT a fine 2014 era pari a 125 miliardi, equivalente a una quota del 7% sul totale dei titoli di Stato italiani in circolazione. Sul mercato tedesco, i Bubill a 6 e 12 mesi a fine 2014 erano solo 28 miliardi, pari al 2% dei titoli di Stato tedeschi in circolazione. Non è da escludere che tra gli investitori istituzionali esteri che acquistano i BoT di questi tempi, attratti dal rendimento sopra lo 0%, ci siano copiosi anche i tedeschi.