Gabriele Parpiglia, Chi 9/9/2015, 9 settembre 2015
RICOMINCIO DA PAPA FRANCESCO
[Safiria Leccese]
«Partenza martedì 2 settembre, giorno in cui papa Francesco, al termine della visita a Cuba, andrà a Washington. E noi seguiremo il tutto in diretta», racconta Safiria Leccese, la conduttrice di La strada dei miracoli, in onda su Rete 4. “Chi” incontra in anteprima la Leccese per scoprire le novità della seconda edizione del programma (previste otto puntate) che parla di religione, miracoli spiegabili con un approccio religioso e non, strizzando l’occhio agli eventi legati all’attualità. «La squadra sarà rinforzata. Avremo come opinionisti fissi don Davide Banzato, che avrà un ruolo più incisivo, Paolo Brosio, che difenderà e spiegherà le sue teorie religiose, e Alessandro Cecchi Paone, che rappresenterà la parte scettica di chi non crede... ma crede nella scienza», rivela la conduttrice.
Dunque, è arrivata la conferma per il suo programma...
«Segno di doppia responsabilità. Sono legatissima a questo progetto. In vacanza sono stata in Croazia. Le persone, per strada, mi fermavano con approccio familiare, dandomi del tu. Segno che siamo entrati nel cuore della gente».
Chi è Safiria Leccese?
«Una donna che ha vissuto tre o quattro vite. Sognavo fin da piccola di fare la giornalista, ma la mia famiglia per me desiderava altro. I primi soldi li ho guadagnati insegnando all’università. Poi ho cercato questo lavoro con tutte le mie forze».
Si dice che lei sia molto gelosa della sua privacy.
«Sono una persona che ama la vita. E per rilassarmi devo essere circondata di affetto. Ho una sfera privata e spirituale che conoscono in pochi».
Suo figlio ha capito che lavoro fa la mamma?
«Sì e mi prende in giro. Mi vede in tv e dice: “Mamy bellissima, bravissima”».
Ieri esperta di economia, oggi come si definisce?
«Esploratrice e studiosa di un mondo nuovo che avvolge tutti noi. Credenti e non. Il fatto che io sia arrivata in questo programma è di per se un buffo mistero».
Racconti.
«Ho scoperto che stavano cercando una conduttrice. Io mi sono autocandidata e ho avuto una percezione positiva. Poi la solita frase: “Le faremo sapere”. Parto, squilla il telefono, era lo scorso 24 marzo, ore 12 e 50 minuti, e mi annunciano: “Safiria, abbiamo scelto te”. Io scendo dal taxi e mi metto in ginocchio. Il primo pensiero: che gioia».
Lei affronta questi argomenti con distacco o di pancia?
«La cosa più bella è poter raccontare posti come Lourdes, Medjugorje e tanti altri che io avevo visitato, in passato, non per lavoro, ma per mie vicende personali. Nessun ragionamento. Io sono me stessa. A volte piango dentro».
Safiria, ma c’era bisogno di un programma così nella tv italiana?
«I numeri dicono di sì! Personalmente sono felice di raccontare storie. Se poi sono storie straordinarie è ancora meglio. Me ne accorgo dalla luce negli occhi delle persone che incontro per strada e mi dicono: “Mi ha colpito, ci avete aiutato a vedere un po’ più di luce”».
Lei crede nei miracoli?
«Sì, credo in fatti inspiegabili, straordinari. Li ho visti, sentiti, percepiti. Ma fa parte del mio privato».
Safiria, lei è più pupa o secchiona?
«Diciamo che il mio staff di autori cerca di annaffiarmi con un po’ di pupaggine, ma la vedo dura. Resto secchiona dentro».
I suoi genitori si sono ricreduti?
«Sono molto orgogliosi e sono i miei primi tifosi».
Per gioco, anni fa, ha sfilato in passerella. Se lo ricorda?
«Ero divertita, esaltata da tutti quei cambi di vestiti. Mio padre, che mi osservava da lontano, mi disse: “Sei stata brava, adesso torna a studiare!”. Meno male...».