Lello Parise, la Repubblica 9/9/2015, 9 settembre 2015
EMILIANO: «IO NEMICO DI RENZI? MAI AMATO COSI’ UN LEADER»
«Sono rimasto a bocca aperta».
Governatore Michele Emiliano, il segretario-premier del Pd la mette all’indice come “anti Renzi”.
«Quasi non ci credevo, quando l’ho sentito».
Qualcosa l’avrà immaginata nel momento in cui il presidente del Consiglio decise di non mettere piede da queste parti a maggio per sponsorizzare la sua candidatura alla guida della Regione Puglia. O no?
«Non è venuto perché l’avevano addolorato le mie dichiarazioni contro la riforma della scuola».
E contro le trivellazioni in Adriatico, il gasdotto di Tap che deve sbarcare a San Foca, nel Salento, l’ultimo decreto sull’Ilva… Sì, insomma, non rinuncia mai a mettere un bel po’ di carne sul fuoco.
«Io non sono un seguace, ma una persona. Non è possibile attribuire di forza a qualcuno il ruolo di avversario politico solo perché su alcune questioni non è d’accordo con te».
Il primo ministro, però, sembra che se la sia legata al dito.
«Come dicono a Bari, io non ho numero di casa. Sì, insomma, non guardo in faccia a nessuno. Questo lo sanno tutti, perfino i pugliesi che non mi hanno votato. Peraltro a Renzi ho concesso un affetto e un sostegno che non credo di avere mai dato ad altri premier e ad altri segretari del Pd».
Incidente chiuso?
«Non vedo l’ora di abbracciarlo quando sabato arriverà per inaugurare la Fiera del levante ». Renzi e l’anti Renzi sullo stesso palco, per la prima volta. «Io penso che l’altra sera a Porta a Porta abbia ceduto all’istinto toscano di fare una battuta. E gli è riuscita, visto il putiferio che ha scatenato».
A quanto pare avrebbe pure suggerito agli altri governatori del Sud di non fare capolino a Bari, fra tre giorni.
«Io stesso non ho sollecitato la partecipazione di nessuno di loro: rischiavamo di apparire uno schieramento. Invece, abbiamo voglia di combattere e il sorriso prevarrà sui sospetti. Il Sud vuole che lui parli di noi, indipendentemente da chi ci sarà e da chi non ci sarà alla Campionaria».
Piacerebbe, a Emiliano, diventare nel 2017 il leader del Pd?
«No, non mi piacerebbe. Devo fare un altro mestiere, per cinque anni. Anzi, no: se lo faccio bene, per dieci. Come auguro a Matteo, due mandati a Palazzo Chigi».
Così abbandonerebbe il Nazareno?
«Di sostituirlo, a me, non passa nemmeno per l’anticamera del cervello».