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 2015  settembre 09 Mercoledì calendario

DA TRIBUNALE DEI SANTI A GIUDICE DELLE NOZZE: DECADENZA E RINASCITA DELLA SACRA ROTA

Papa Francesco ha deciso di rendere più rapide e meno costose le procedure in caso di nullità matrimoniale. La decisione è storica, sia per le evidenti semplificazioni di cui potranno godere i fedeli, sia perché rompe con un passato che va calcolato in secoli. Come ha ricordato lo stesso monsignor Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana, il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità matrimoniale è rimasto «identico per tre secoli», dai tempi cioè della riforma di Papa Lambertini, Benedetto XIV (1740-1758). L’eliminazione della doppia sentenza conforme avrà delle conseguenze procedurali anche per il tribunale della Rota, noto in tutto il mondo per la sua attività giudiziaria in tema di processi per nullità matrimoniale. Alcune decisioni della Rota, anche di recente, hanno avuto diritto alle prime pagine dei giornali.
Ma perché il tribunale della Rota Romana, il più antico tribulale papale ancora in funzione, si chiama Rota?
Il termine Rota è menzionato per la prima volta da un membro del tribunale, Tommaso Fastoli, attivo nella seconda metà del Trecento (1361). Allora il papato risiedeva ad Avignone, e proprio perché il tribunale si riuniva nel palazzo papale si è pensato che la forma della sala abbia potuto dare il nome al tribunale. Si è anche proposto di vedere l’origine del termine Rota nel pulpito montato su ruote sul quale venivano posti i registri delle cause affidate al tribunale.
L’ipotesi più interessante ci riporta però a Roma, ossia a quella stupenda rota di porfido che ancora oggi si può ammirare nella navata centrale della basilica di San Pietro. Intorno a questa tavola di porfido rotonda, il papa, i cardinali e i loro consiglieri si riunivano per trattare cause importanti. Il porfido era nell’Antichità e nel Medioevo una pietra che godeva di altissimo prestigio — imperiale e sacrale — , perché conferiva autorità. Basti pensare alle rote di porfido che decorano pavimenti di chiese e basiliche, come quello del Sancta Sanctorum presso il Laterano, a Roma; o alle tombe dei re normanni, e di Federico II, a Palermo.
Il tribunale che sarà poi chiamato Rota fu costituito da Giovanni XXII (1315-1334), il secondo papa avignonese, che lo affidò ad un collegio di giudici chiamati uditori, titolo tuttora valido. Il papa voleva alleggerire l’attività giudiziaria dei cardinali e dei suoi cappellani, e renderla il più professionale possibile. La Rota non nacque però come tribunale specializzato nelle cause matrimoniali. Al contrario, in origine il suo raggio di competenza era di per sè illimitato, essendo il tribunale che rappresentava il Papa. La Rota si occupava delle questioni più diverse, da quelle matrimoniali a quelle amministrative e fiscali provenienti da Roma e dallo Stato pontificio; e interveniva anche nelle cause di canonizzazione. Spettava agli uditori di Rota decidere, ad esempio, l’eroicità delle virtù di un santo. Dal tardo Cinquecento in poi, però, le Congregazioni nate con il Concilio di Trento (1545-1563) — quella del Concilio stesso, o dei vescovi e dei monaci regolari, ad esempio — costituirono nel loro ambito tribunali specializzati intorno alle materie di loro competenza, il che provocò, con il passare del tempo, una sorta di competizione giudiziaria all’interno dell’amministrazione vaticana, a tal punto che Benedetto XIV dovette intervenire riformando l’intero sistema giudiziario papale. Alla Rota furono affidate le cause più gravi, di seconda e di ultima istanza.
Fin dai primi dell’Ottocento le sue competenze furono ridotte ulteriormente, non però quelle matrimoniali. Se Rota e processi di nullità matrimoniali sono indissociabili nella memoria collettiva, il numero dei processi di nullità matrimoniali di cui si è occupata la Rota in questo ultimo secolo è però esiguo: si passa, ad esempio, da nove processi nel 1909 a sedici nel 1918 e negli anni successivi.
Negli anni 1950 il loro numero aumentò di colpo, assestandosi intorno alle duecento unità annuali circa, e tale aumento indusse Pio XII (1954) a decidere che d’ora in poi i fedeli — in Italia — non potevano più ricorrere direttamente alla Rota per le cause matrimoniali. I fedeli sarebbero dovuti passare prima dai tribunali diocesani. Anche oggi, le sentenze annuali della Rota sono poche rispetto alle decine di migliaia di matrimoni che vengono dichiarati nulli nelle varie diocesi di tutto il mondo. Il fatto è che le cause di nullità che giungono alla Rota sono solo quelle contestate. Così la Rota continuerà a funzionare anche in futuro, ma con una procedura semplificata, perché il Papa ha annullato la doppia sentenza conforme, valida da quasi tre secoli.