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 2015  settembre 09 Mercoledì calendario

DOLCE & GABBANA: CAPPELLINI E CERATA: INIMITABILE» – «Quello della regina Elisabetta non è, a ben guardare, uno stile inglese: è uno stile tutto suo, unico: ecco perché continua a affascinare il mondo

DOLCE & GABBANA: CAPPELLINI E CERATA: INIMITABILE» – «Quello della regina Elisabetta non è, a ben guardare, uno stile inglese: è uno stile tutto suo, unico: ecco perché continua a affascinare il mondo. Certo, le signore inglesi quando vanno a Ascot portano i cappellini, i colori pastello: ma la regina incarna una dote tutta inglese, quella della libertà. E allora diciamo inglese proprio perché è unica: quello è il Paese dove l’eccentricità è una tradizione, nel pensiero prima ancora che nel vestire. Secondo noi è per questo che piace così tanto, per questo la sua immagine è così indelebile, 62 anni dopo». Domenico Dolce e Stefano Gabbana ne sanno qualcosa: l’autunno/inverno 2013 è stato quello della collezione «God Save the Queen» nella quale l’incoronazione di Elisabetta nel 1953 era l’ispirazione centrale, la scintilla che ha acceso l’immaginazione della coppia di stilisti. Dolce & Gabbana sono tanto anglofili da aver aperto le sfilate londinesi con un evento — i loro modelli a camminare per Mayfair, la sartoria italiana a pochi passi da quelle di Savile Row — e Londra è una delle loro città del cuore: «Una cosa importantissima, quando si parla di come si veste la regina, è la sua capacità di cambiare: porta la corona, vive a Buckingham Palace, quando esce lo fa con quei tailleur pastello tutti suoi, e certo porta i famosi cappellini, che grazie a lei sono famosi come la sua corona, ma appena arriva a Windsor, nella sua adorata campagna, eccola con gli stivali di gomma, il maglione, la giacca cerata. Eccola circondata dai suoi cani. La regina che guida la sua Land Rover! Ecco, per noi le donne più grandi di tutte sono così: vere. Sophia Loren, una diva assoluta, dice tranquillamente che alla sera riscalda la pasta avanzata a mezzogiorno. La regina Elisabetta dà lezione di dignità, di nobiltà interiore, di assoluta aderenza al suo ruolo: ma ci dà anche lezione di sincerità. Siamo sicuri che, alla sera, chieda di scaldare l’arrosto avanzato perché sa che non c’è niente di più brutto e volgare del buttare via il cibo. Tanto lei sa sempre essere a suo agio. Imitarla è impossibile, infatti nessuno ci prova. E’ sempre lei, con la sua uniforme, un’uniforme diversa a seconda delle occasioni diverse. Anche sua madre era così, e per questo gli inglesi la amavano tanto: incarnava la tradizione in modo personale, unico, irripetibile».