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 2015  settembre 08 Martedì calendario

TUTTI A STRAPPARSI LA FIAMMA

Il 3 ottobre si svolgerà l’assemblea della Fondazione Alleanza nazionale, per deliberare iniziative e in particolare l’utilizzo del simbolo (la fiamma di An, ereditata dal disciolto Msi). Non vi sono molte certezze sull’orientamento dei «partecipanti di diritto» e soprattutto degli «aderenti» (dovrebbe trattarsi di alcune centinaia d’iscritti).
In buona sostanza, si contrappongono il gruppo che sostiene la rifondazione di un partito di destra e i (più numerosi?) assertori dello status quo.
Personaggi come Maurizio Gasparri e Altero Matteoli, organicamente inseriti in Fi a elevati livelli istituzionali, non si commuovono certo per l’ipotesi di ricostruire un’autonoma formazione di destra. Giorgia Meloni, a sua volta, un partito autonomo l’ha già, Fratelli d’Italia, e ha potuto usufruire del vecchio simbolo di An grazie a una concessione valida per il 2014 e proseguita per la prima metà di quest’anno. In Fd’It non si riscontra unità: è stato lanciato un sondaggio in rete, sia sul progetto di nuova An, sia su un’ipotizzata nuova destra.
La Meloni punterebbe su un ringiovanimento che metta da parte le nostalgie missine (in fondo, più che An molti rimpiangono il vecchio Msi, la cui esistenza però venne chiusa oltre vent’anni fa). A lei si rivolge un appello del gruppo denominato Prima l’Italia, perché vada oltre il confine del suo partito.
Ovviamente sotto sotto, e anche più in superficie, c’è la questione numismatica: il patrimonio immobiliare della Fondazione. Altro è fruire del simbolo (che pure presenta qualche minima utilità elettorale), altro è godere di strumenti. Poi rispuntano fratture personali che, talora risalenti alla prima repubblica, si sono accentuate. Similmente all’antico Psi, si riscontra una diffusa diaspora. Accanto a coloro che, come accennato, stanno in Fd’It e in Fi, rimane in vita il movimento di Francesco Storace, denominato la Destra, mentre una diffusione territoriale che sembra estendersi acquista il gruppo di CasaPound, giudicato espressione di quella che un tempo era l’estrema destra extraparlamentare. Quanto agli alleati, c’è chi preferisce Matteo Salvini, chi Silvio Berlusconi, chi vorrebbe ricostruire il centro-destra con l’uno e con l’altro.
Molti sono convinti che, riaggregando «tutta l’area politica ed elettorale della destra italiana» (così si esprime il movimento Prima l’Italia), lo spazio di una formazione di destra sarebbe sul 10%, e anche più, quindi ben oltre i livelli raggiunti da Fd’It, partito assente dal Senato e dall’Europarlamento. Tuttavia è un obiettivo molto teorico. Di fatto, già le divisioni interne alla Fondazione non consentono di ritenere che possa tornare un movimento di destra unito e in espansione.
Cesare Maffi, ItaliaOggi 8/9/2015