Aldo Grasso, Corriere della Sera 6/9/2015, 6 settembre 2015
TRAP, ANTI MAESTRO MANZI DELLA TV PALLONARA
Tutti pazzi per il Trap! Ma dove, ma quando? La telecronaca di Italia-Malta sembrava un de profundis del bel gioco e della lingua italiana. E stasera il funerale continua, allegria!Abbiamo amato troppo Giuan Trapattoni, per vederlo prigioniero di un ruolo che non gli si addice: la «seconda voce». L’adorato Trap ha sempre rappresentato un surreale paradosso della comunicazione: non essendo molto ferrato nella lingua italiana ha inventato un linguaggio efficace e apprezzato, il trapattonese. Il quale, come ben sanno anche i portoghesi, gli irlandesi, i tedeschi e, in particolare, il calciatore Strunz, funziona principalmente a gesti (mani in avanti a setacciare l’aria per poi tracciare un ampio gesto circolare, e ho detto tutto) e a fischi (due dita in bocca, richiamo forte e chiaro). Questo per i calciatori. Per le massaie (ai tempi di un famoso spot), invece, una bella manata sulla lavatrice era più incisiva di tante spiegazioni.Adesso sembra il fratello timido di Bersani: «La difesa maltese è come una spugna: si mette acqua, acqua, acqua e alla fine si perde l’acqua». Anche se, per smacchiare i maltesi, è servito un gol di mano (come quello di Thierry Henry contro la sua Irlanda).I Gialappa’s ne avevano fatto un idolo per la sua straordinaria capacità di ingarbugliarsi nella sintassi e nei significati: «Non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo».Per la Rai di Renzi sarà il nuovo maestro Manzi?