Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 06 Domenica calendario

WIKIPEDIA

& CO. LA GUERRA DELLE CORREZIONI –
Lo scienziato Gene Likens, pioniere dello studio della pioggia acida, ha qualcosa in comune con lo scrittore Philip Roth: hanno provato a intervenire su voci Wikipedia di loro competenza (nel caso di Roth quella del romanzo La macchia umana) ma, in entrambi i casi, le modifiche sono state annullate dagli editor del sito. Per Wikipedia – l’enciclopedia online che riconosce a tutti il diritto di editare una voce – l’autore di un testo o di una ricerca, proprio perché fonte primaria, è considerato non necessariamente credibile.
Mentre Roth, indignato per la diatriba (sulla pagina veniva dato spazio all’illazione secondo cui il protagonista del romanzo, il professore accusato di razzismo Coleman Silk, sia ispirato allo scrittore Anatole Broyard), ha scritto una lettera aperta a Wikipedia sul New Yorker, Likens ha reagito usando il metodo scientifico. Insieme al collega Adam M. Wilson, geografo all’Università di Buffalo, ha selezionato tre voci considerate politicamente controverse – pioggia acida, cambiamento climatico ed evoluzione – e quattro temi altrettanto importanti ma non oggetto di conflitti ideologici – eliocentrismo, teoria della relatività, deriva dei continenti e teoria fisica del modello standard – e ha analizzato tutte le modifiche effettuate su di essi dal 12 giugno 2003 al 31 luglio 2012.
I risultati, pubblicati a metà agosto sulla rivista scientifica Plos One, mostrano che, mentre le pagine appartenenti al secondo gruppo sono state modificate poco e raramente – quella sul modello standard, ad esempio, ogni tre settimane e per un massimo di 10 parole –, le voci dedicate ai temi scientifici «politicamente rilevanti» e controversi sono state vittime di riscritture continue: nel caso del cambiamento climatico, la media è di tre modifiche al giorno (circa 100 parole a intervento).
A Likens, docente di Studi sull’ecosistema all’Università del Connecticut, l’idea di studiare la volatilità dei contenuti scientifici di Wikipedia è venuta osservando l’evoluzione della voce pioggia acida in una settimana di novembre nel 2011.
In una sola giornata, si legge sul suo testo, la pagina ha ricevuto decine di modifiche – poi rimosse – da parte di utenti anonimi, che hanno scritto espressioni come «è solo una marea di cretinate» o «la pioggia acida è un termine che si riferisce agli escrementi freschiati e ai gatti» oppure «la pioggia acida uccide Bugs Bunny», oltre che frasi sui rischi della pioggia sugli esseri umani (smentiti dalla comunità scientifica). «Dato che la maggioranza delle pagine su Wikipedia è aperta al contributo di tutti – spiega Adam Wilson – si crea facilmente un conflitto tra persone che hanno opinioni diverse». La maggior parte ne discute civilmente ma, sottolinea il ricercatore, «altri semplicemente continuano a scrivere la loro versione».
Wikipedia si basa sul principio – sintetizzato dal ciclo bold, revert, discuss (evidenzia, ripristina e discuti) – che chiunque possa intervenire sul contenuto di una pagina. Quando un utente fa una modifica, gli editor sono incoraggiati a verificarla e intervenire, se opportuno, in tempo reale. In caso di dispute, c’è una pagina dedicata in cui i diversi punti di vista si confrontano per arrivare a una sintesi condivisa. In realtà, scrivono Wilson e Likens, è un sistema molto simile a quello della «revisione paritaria» (peer review) in ambito accademico scientifico, in cui tutti i «pari» sono chiamati a valutare criticamente la ricerca dei colleghi.
Il problema nel caso dell’enciclopedia online, sottolineano gli studiosi, «è che la motivazione, l’impegno e le qualifiche degli editor di Wikipedia sono sconosciuti, soprattutto per quanto riguarda quelli anonimi». La Fondazione Wikimedia, che guida l’enciclopedia, ha contestato lo studio dei due scienziati affermando che, da un lato, sancirebbe l’ovvio («le voci più controverse – si legge in un comunicato ufficiale – sono naturalmente soggette a interventi maliziosi e dunque richiedono maggiore attenzione»), dall’altro, temi come il riscaldamento globale, a differenza dell’eliocentrismo, sono aperti a nuove scoperte e punti di vista.
«Io uso Wikipedia continuamente – ammette Wilson via mail – ma solo come punto di partenza per esplorare un argomento. Ci sono tante pagine ben costruite, aggiornate e con link a fonti primarie di informazione verificabili. Eppure so bene che sto avendo a che fare con un contenuto dinamico, spesso editato da individui inaffidabili. Così lo tratto con scetticismo».
Nei quattordici anni di vita di Wikipedia, le edit wars, le guerre della modifica, hanno coinvolto molti argomenti dell’enciclopedia online: dalla città di Danzica all’attività politica dell’ex presidente americano George Bush fino alla denominazione della soldatessa Chelsea Manning, nata Bradley, condannata per aver trafugato documenti riservati a Wikileaks.
Taha Yasseri, ricercatore all’Oxford Internet Institute, è co-autore di The Most Controversial Topics in Wikipedia: A Multilingual and Geographical Analysis, uno studio del 2014 sulle voci più controverse del sito in dieci edizioni linguistiche (italiano escluso). «Non ci aspettavamo di trovare così tanti conflitti su Wikipedia – dice – perché un’enciclopedia dovrebbe essere un contenitore di fatti. Al termine della nostra ricerca, abbiamo capito che proprio il modo in cui viene redatta conduce a un ricorso massiccio alla soggettività e produce scontri di opinioni, anche su temi, come quelli scientifici appunto, che dovrebbero essere lontani da diatribe».
Tutto ciò accade benché uno dei pilastri Wiki sia proprio il «punto di vista neutrale»: «Ogni argomento – si legge sul sito – deve essere trattato presentando tutti i punti di vista rilevanti in maniera equa, proporzionata alla loro rilevanza e senza pregiudizi». La regola tuttavia si scontra con una realtà spesso più complessa. «I temi che riguardano religione, politica e storia – aggiunge Yasseri – sono controversi in tutte le edizioni. In generale, possiamo affermare che il 25% delle mille voci più dibattute nelle dieci lingue sono legate ad argomenti politici».
Quella delle modifiche su Wikipedia è una guerra impari: a contrastare un nutrito esercito di malintenzionati, incompetenti e troll ci sono pochi editor (nell’edizione inglese nell’ultimo anno sono scesi a 3 mila) organizzati in una struttura molto burocratica, maschile (il 90% di editor sono uomini) e poco ospitale per chi non ha una laurea in programmazione.
Dariusz Jemielniak, membro della Wikimedia Foundation Board of Trustees, ha raccontato in Common Knowledge? An Ethnography of Wikipedia come il sistema ostico scoraggi nuovi collaboratori a partecipare al progetto: «La dipendenza ossessiva da una regolamento interno – scrive – estremizza la tendenza a rigettare tutte le forme di validazione esterna». In fondo, è stato proprio il fondatore Jimmy Wales a dire in un’intervista del 2004 che «Wikipedia è come una salsiccia, non necessariamente vuoi vedere com’è fatta».
Eppure, nonostante le critiche e i problemi, l’enciclopedia, sesto sito più visitato al mondo, continua a essere uno strumento utile e molto amato dagli utenti. Andrew Lih, professore di giornalismo all’American University e autore del popolare La rivoluzione di Wikipedia (tradotto in Italia da Codice Edizioni), è fra i principali difensori. A cominciare dalla questione femminile: «Sicuramente la scarsa presenza di donne tra gli editor – spiega – crea un notevole problema di copertura di certe temi. Lo sport e il mondo militare, argomenti di pertinenza maschile, sono molto approfonditi mentre, ad esempio, fiction, moda e personaggi femminili sono poco trattati. Eppure, sono convinto che, con il tempo, il coinvolgimento delle donne aumenterà».
Lih è ottimista anche sulla struttura: «Gli editor non sono individui nella media, ma persone molto preparate e consapevoli di quello che fanno. Per il resto, vanno migliorati algoritmi e software per il controllo automatico dei testi. Ma è sorprendente che un’enciclopedia che produce migliaia di nuove voci ogni anno non abbia bisogno di un equivalente numero di editor».