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 2015  settembre 07 Lunedì calendario

LA RETE DEI 30MILA TRAFFICANTI DI UOMINI – 

Lo diceva Salvatore Buzzi, il braccio economico di Mafia capitale, e sembrava una smargiassata tra le tante. E invece a confermare che «il traffico di droga rende meno dei migranti» (anche se lì si parlava di accoglienza, qui di traffico illegale) è persino l’agenzia europea di controllo delle frontiere Frontex. La portavoce Izabella Cooper ha dichiarato ieri che «il traffico di esseri umani», includendo quello legato allo sfruttamento sessuale e al mercato del lavoro nero, «è l’affare più redditizio del momento, più di armi e droga».
COMUNICANO CON FACEBOOK
Mentre Germania e Austria aprono le frontiere per accogliere i profughi siriani, alcune agenzie europee si confrontano sui numeri delle organizzazioni che dall’esodo dalle guerre in Medioriente e Africa traggono guadagni milionari. Negli ultimi giorni l’agenzia francese Afp, ripresa da Sky News, ha intervistato prima il portavoce di Europol e quindi quella di Frontex e i numeri sono in entrambi i casi impressionanti. Izabella Cooper ha anche sottolineato che le organizzazioni criminali usano sempre più frequentemente social media come Facebook per «pubblicizzare» i «servizi» offerti, ma anche per negoziare i prezzi, organizzare i punti di raccolta e i tempi di viaggio dei migranti.
30MILA TRAFFICANTI
Stando a quel che spiega Rob Wainwright, capo di Europol, agenzia di coordinamento delle polizie europee, le persone accusate di essere coinvolte nel traffico di migranti sono state 30mila dall’inizio dell’anno, mentre i fascicoli di inchiesta avviati sono stati complessivamente 1.400: «Trentammila è il numero complessivo di persone coinvolte a diverso livello in organizzazioni capaci di far attraversare illegalmente le frontiere dell’Unione. Sono tutte organizzazioni che hanno basi in almeno due paesi, molte però hanno punti di riferimento anche in altri luoghi». Di questi, 3mila operano nel Mediterraneo (ovviamente esclusi quelli basati sulla sponda africana e che la polizia non è riuscita ad identificare) mentre altri 27mila sono stati identificati sulla rotta balcanica o le rotte di terra che passano attraverso l’Asia. Le organizzazioni miste, con persone di provenienza cultura e religione diverse, sono molto diffuse. Robert Crepinko, capo dell’Unità crimine organizzato dell’Europol, ha raccontato che una rete rintracciata recentemente in Grecia era composta da 16 persone con sette provenienze diverse: due rumeni, due egiziani, due pakistani, sette siriani, un indiano, un filippino e un iracheno che in pochi mesi hanno guadagnato sette milioni di euro facendo passare i migranti provenienti dalla Siria attraverso la Turchia, da qui alla Grecia via mare, terra e in qualche caso con aerei di linea acquistati con falsi documenti. «Se un migrante ha il denaro sufficiente, i trafficanti sono in grado di procurare un passaporto falsificato, una identità fasulla con il visto, oltre al biglietto aereo per il paese scelto», ha detto la portavoce di Frontex Cooper.
Per Europol, oltre alle rotte che attraversano i confini esterni dell’Unione è importante capire «la seconda distribuzione»: «Le organizzazioni criminali si occupano anche di portare i migranti nel paese europeo prescelto», chiariscono, e anche in questo caso il prezzo è salato. Il fenomeno in atto è talmente consistente che rintracciarne il solo aspetto criminale non è facile. E infatti Europol si appresta ad aprire una sede al Pireo, in Grecia. Una postazione analoga esiste già in Italia, a Catania, ma finché i cosiddetti hotspot non entreranno in funzione (il tema è legato alla redistribuzione dei profughi accolti) anche questa sede è destinata a funzionare a singhiozzo.