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 2015  settembre 06 Domenica calendario

“SERIE D? QUI SEMBRA L’EUROPA A PARMA IL MIO CALCIO PULITO”

[Intervista a Nevio Scala] –
La storia del quarto club italiano più titolato a livello internazionale riparte dal Comunale di Arzignano, Vicenza. Oggi si chiama Parma 1913 e affronta la prima giornata tra i dilettanti. L’allenatore che ha contribuito a costruire il miracolo emiliano negli Anni 90 seguirà i suoi ragazzi dalla tribuna: Nevio Scala è il presidente del club risorto dalle ceneri del fallimento. Anche se, rivela, «tutti mi chiamano ancora mister».
Ha vinto tutto o quasi da allenatore, cosa si prova al debutto in serie D dopo dieci anni lontano dal calcio?
«È come una finale di Coppa Campioni. Sentiamo un entusiasmo inimmaginabile per una squadra di serie D. Parma ha vissuto il peso di una situazione molto triste ma ha risposto al fallimento con quasi novemila abbonamenti».
Dopo i due crac con le gestioni Tanzi e Ghirardi ora si parla di «calcio biologico» a Parma...
«Abbiamo vissuto qualcosa di fastidioso che non faceva parte del nostro Dna. Mi piacerebbe che il nuovo Parma vivesse un calcio veramente pulito e biologico significa senza veleni. Vorrei, ad esempio, che i tifosi avversari venissero qui come ospiti, non come nemici».
Nel nuovo Cda ci sono grandi industriali come Guido Barilla, ma anche i tifosi con una sorta di azionariato diffuso.È una partecipazione vera?
«La struttura è organizzata in modo che il Parma non debba più morire. Il club non dipende più da una sola persona, anche i tifosi ne sono proprietari. Fino a poco tempo fa era impensabile in Italia. Speriamo in pochi anni di portare questo modello dalla D in alto».
Quanto tempo servirà? I tifosi di solito hanno scarsa pazienza.
«È una promessa che non possiamo permetterci, sappiamo solo che ci arriveremo. Senza illeciti, però: abbiamo costruito una squadra forte, ma se un altro vincerà il campionato dovremo applaudirlo e ripartire».
Biologici ma attenti al marketing, vi segue anche Sky.
«Non vogliamo vendere fumo ma quello che nessuno ha proposto negli ultimi anni: niente situazioni economiche sballate, obiettivi non sostenibili. Siamo un bello spot per il calcio: avere una pagina sul “New York Times” non è da tutti i giorni».
A chi si ispira il presidente Scala?
«Mi basta non essere invadente. Un presidente non dovrebbe mai apparire, ma essere uno che ascolta, controlla e, quando serve, interviene».
Apolloni allenatore, Minotti direttore area tecnica, Pizzi con le giovanili: il suo vecchio Parma al timone...
«Era logico. Sono stati i miei giocatori, ma li conosco prima di tutto come persone, stanno lavorando bene».
Segue ancora gli antichi avversari? Chi vince lo scudetto?
«Dico Juventus. La falsa partenza, sia pure clamorosa nei risultati, non cambia la mia opinione. Ha la struttura per rifarsi in brevissimo tempo».
Un giocatore che le piace in Italia?
«Non gioca nel nostro campionato, purtroppo: è Marco Verratti».
Ai suoi tempi le italiane dominavano in Europa, adesso non riusciamo a portare tre squadre in Champions. Perché?
«Sono cicli, anche se i settori giovanili sono stati abbandonati. Qui puntiamo tutto sui giovani, favorendo i ragazzi del territorio: tra qualche anno avremo grandi risultati e autonomia finanziaria».
Ghirardi le ha fatto l’«in bocca al lupo»?
«No, anche se avevamo un buon rapporto. Nel 2008 mi voleva in panchina per salvare la squadra (poi retrocessa, ndr)».
Si dice che l’ex ad Leonardi, intanto, lavori nel Latina.
«C’è qualcosa che non funziona. Noi abbiamo dato un calcio al calcio del passato. Se il calcio volesse, potrebbe cambiare».
Il caso Parma è servito a qualcosa?
«Il nostro esempio può dare la scossa, ma non sarà un processo breve. Noi abbiamo il dovere di iniziare a farlo dai dilettanti, se qualcuno ci vuole copiare ben venga».
Marco Balestrazzi, La Stampa 6/9/2015