Flavio Vanetti, Corriere della Sera 1/09/2015, 1 settembre 2015
«PETIZIONI E FIRME SONO FIN TROPPO FACILI
MONZA SE VUOLE VIVERE SA COSA DEVE FARE» –
SPA Bernie Ecclestone, Monza ha messo in salvo il suo Gp?
«Fino al 2016 sì, per il futuro no. Due anni fa ho raggiunto un accordo e sono felice di rispettarlo. Ma oggi ci sono nuove persone nel direttivo e sembra anche che chi già c’era all’epoca abbia cambiato idea».
Però ora, grazie al decreto sugli enti locali, Monza dovrebbe avere le risorse per un nuovo contratto.
«Io so che hanno speso dei soldi solo per sistemare la pista: forse fa comodo così. Comunque, prima e dopo il Gp affronteremo la questione».
Dicono che stia a lei fare il prossimo passo.
«I dirigenti di Monza sanno qual è il prossimo passo. C’è un contratto da chiudere: sarò felice di fornire una penna, se lo vorranno firmare. Per anni i governanti dell’autodromo hanno fatto quello che hanno voluto. Questo modello non funziona più, il mondo è cambiato e gli scenari pure».
Sono state raccolte 25 mila firme tra i tifosi.
«Sono 25.001: anch’io mi associo. 25 mila è un buon numero? Sì, ma firmare petizioni è facile».
Uno sguardo al 2016: le corse aumenteranno a 21. È un modello sostenibile, oggi che si parla di risparmi?
«Se Monza non dovesse esserci, scenderemo a 20...».
In un’intervista del 2002 dichiarava che i costi erano il male della F1. Perché dopo 13 anni non è cambiato nulla?
«Il guaio è che quelli che stanno in F1 non si pongono limiti rispetto a ciò che spendono. Così chi ha meno risorse stenta a restare al passo: è una questione complessa, è difficile trovare regole condivise».
Finirà mai la lotta tra grandi e piccoli team?
«Sono in F1 da un po’: ieri era come oggi. La verità è che ci sono delle persone che in F1 non dovrebbero stare...».
Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene: cosa pensa della nuova dirigenza della Ferrari?
«Stanno facendo un buon lavoro».
Era necessario un cambiamento tanto radicale nel team?
«In tante squadre le cose sono cristallizzate: i cambiamenti sono positivi. Peraltro, sono sempre stato un sostenitore di Luca di Montezemolo. Sergio Marchionne è solo differente da lui, tutto qui».
Perché ha criticato Vettel? Non era suo amico?
«Non ho mai criticato Vettel!»
Però ha dichiarato che Hamilton ha fatto di più per la F1.
«Non è vero. Ho solo detto che Lewis è un personaggio più completo. Vettel è più simile a Rosberg e... a me. Siamo persone che cercano la privacy».
Torniamo alla Ferrari. Tanti contestano che continui ad avere la fetta maggiore nella divisione dei proventi.
«Il mondo va così: ci sono i ricchi e quelli che hanno pochi soldi, non si può cambiare. La Ferrari ha un rango e una storia, chi è critico se ne faccia una ragione. Tra l’altro per molti team avere più soldi non farebbe alcuna differenza».
Prima la Ferrari dell’era Schumacher; poi la Renault di Alonso, quindi il dominio Red Bull. Oggi il potere è della Mercedes: c’è un modo per evitare le supremazie lunghe?
«Non credo. E chi ha le migliori risorse e investe, è giusto che comandi».
Crede che la Red Bull possa lasciare la F1?
«Se il team non avrà un propulsore competitivo, Dietrich Mateschitz mollerà».
Quindi lei tifa per il matrimonio motoristico Red BullMercedes.
«Sarebbe positivo per tutti. Però il motorista tedesco è in una situazione paradossale: se dicesse di no rischierebbe di passare per antisportivo; invece se concludesse l’accordo, non vorrei che la Commissione Europea ipotizzasse un regime di monopolio».
La F1 si appresta a cambiare regole: va nella direzione giusta?
«Quando questo sport era nel massimo del fulgore, aveva la Ferrari e tutte le altre squadre con lo stesso motore».
Quindi lei conferma di auspicare un propulsore uguale per tutti.
«Sì, lo stesso motore con la stessa potenza».
È vero che, gira e rigira, chi comanda è sempre e solo Bernie Ecclestone?
«Qui ci sono un sacco di veri boss...».
Le diamo il potere totale: come ridisegna la F1?
«Troverei il modo perche non sia necessario spendere tanto per essere competitivi. è solo una questione di equilibrio».
Come vanno i rapporti con Jean Todt?
«Molto bene. Jean è intelligente e non interferisce».
La tragedia di Bianchi: la F1 resta uno sport pericoloso?
«No e lo prova il fatto che la sicurezza è ormai ad alto livello: in questi anni tanti altri gravi incidenti non hanno avuto conseguenze. Ci sono state circostanze molto particolari: dobbiamo essere sicuri che non si ripetano».
La lotta iridata: Rosberg ce la farà a battere Hamilton?
«Decideranno la testa e l’atteggiamento: chi dei due è pronto a dare di più per vincere? Io però scommetto ancora su Hamilton, anche se mi piacerebbe che il titolo andasse a Vettel e alla Ferrari».
Il nuovo contratto per le gomme: lei vota Pirelli, che a Spa ha vissuto momenti tormentati, o Michelin?
«Pirelli! Ha fatto un ottimo lavoro realizzando il tipo di pneumatici che avevamo richiesto: era un compito arduo. È facile costruire gomme indistruttibili; ben altra cosa è realizzare un prodotto che deve durare solo per un terzo della gara».
Se oggi lei fosse proprietario di un team di F1, metterebbe al volante il minorenne Verstappen?
«Sì, il talento non è certificato dalla carta d’identità».
Di nuovo Monza, per chiudere: c’è una data limite per la firma del contratto?
«Se vogliono, possono firmare anche domani».