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 2015  agosto 30 Domenica calendario

NAPOLITANO: VI RACCONTO LA MIA AMICA ELISABETTA DAI CAGNOLINI ALLA POLITICA

Il 9 settembre del 2015 la regina Elisabetta II supererà per numero di giorni il regno della regina Vittoria, passando alla storia come il sovrano più longevo della monarchia britannica. Accanto a più di cinquanta sovrani e una decina di dinastie, in un’epica storia lunga quasi 1.200 anni, trova spazio la vicenda di Elisabetta II, a cui è dedicato il saggio «Elisabetta II Regina», scritto dal giornalista di Radio Radicale Francesco De Leo, in libreria a giorni per l’editrice Aracne. Nel libro una conversazione dell’autore con il Presidente Emerito Giorgio Napolitano.
«Di cosa parliamo che possa esserle utile?», mi chiede il Presidente. Della Regina d’Inghilterra...Si è detto che siete cari amici? «Sì, me lo ha anche scritto», risponde con orgoglio. «Legga qui, guardi cosa mi ha scritto qualche mese fa, poco prima delle mie dimissioni… I am Good Friend … è lei a dirlo». Soddisfatto mi porge la lettera, datata 23 dicembre 2014, su carta personale della regina che proviene dalla residenza reale di Sandringham. (…) «Per quanto mi riguarda, la simpatia politica, culturale e istituzionale, c’era tra noi da lungo tempo, sono sempre stato un ammiratore della regina Elisabetta e della sua famiglia, per il contributo decisivo che hanno dato all’esperienza drammatica del Regno Unito nella Seconda Guerra Mondiale e alla Vittoria». (…) Pochi mesi dopo la sua elezione a presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano incontra la Regina: «Era l’autunno del 2006. Mi ero recato in visita ufficiale a Buckingham Palace e avemmo un incontro e una colazione. Già allora ricordo di un rapporto molto sciolto, colloquiale. Credo che si manifestò un sentimento di reciproca simpatia, particolarmente amichevole. Poi nelle ultime lettere che mi ha inviato dopo essere stata ospite a colazione al Quirinale e dopo le dimissioni, quel sentimento si è tradotto nel termine con il quale lei si è definita nel saluto. . . Your good friend ». La incontrò altre volte Presidente? «Sì. In modo particolare in quello che fu l’antefatto dell’incontro di saluto a Roma che lei volle. Andai all’inaugurazione delle Olimpiadi a Londra e ci fu un ricevimento, prima della cerimonia inaugurale, per i Capi di Stato e di Governo presenti. Ci incontrammo, ci salutammo. Le dissi che avevo appreso, tramite l’Ambasciatore britannico in Italia, della sua volontà di venire a Roma. Sì, mi rispose… Quando finisce il suo mandato? Capii e trovai il suo desiderio di venire a Roma prima di quella scadenza molto gratificante», confessa Napolitano. Così avvenne. (…) «Elisabetta arrivò a Roma dopo la mia rielezione a presidente il 3 aprile del 2014, in forma privata, accompagnata dal consorte Filippo duca di Edimburgo. Una visita lampo, quattro ore di permanenza. Colazione privata al Quirinale e incontro con papa Francesco in Vaticano. Pranzammo al Torrino del Quirinale e poi …trattenutasi qualche minuto più del previsto con me, la Regina raggiunse il Vaticano con un po’ di ritardo». Che impressione ha conservato dopo questi incontri? «Una persona molto semplice, assolutamente non attaccata a formalità e ritualità, almeno negli incontri con un altro capo di Stato... Anche se non dotato della dignità reale» sorride. «Molto cortese, molto attenta alle domande, alle risposte e alle osservazioni. Ricordo qualche sua piccola annotazione di carattere politico su quanto accadeva nel Regno Unito. Ne parlava sempre con molta sobrietà e distacco». Cosa l’ha colpita maggiormente nella biografia della sovrana?, gli chiedo. «Innanzi tutto quel suo impegno sin da giovanissima sul fronte della resistenza e della controffensiva militare contro la Germania di Hitler. Elisabetta apparve dunque ben presto una figura di particolare rilievo nell’immaginario della nazione. E poi certamente il modo in cui ha superato quel momento di crisi, così acuto e pericoloso, della tragedia della morte di Diana». Ma c’è un punto che Napolitano ricorda con particolare coinvolgimento: «Quando ha assecondato e compreso, anche qui assolutamente non osteggiato, il processo dell’integrazione europea. Parliamoci chiaro, introduceva delle limitazioni anche alla sua sovranità, come alla sovranità di qualsiasi Stato nazionale, ma non è mai venuta da lei una sola parola che significasse riluttanza». (…) Se dovesse raccontare ai suoi nipotini chi è la Regina d’Inghilterra, quale particolare ricordo utilizzerebbe? «Quando attraversavamo i corridoi di Buckingham Palace per entrare in sale d’incontro, in soggiorno magari, e non ancora a pranzo, la ricordo sempre seguita dai suoi cani, perché non se ne separa mai… Ma comunque sempre con molta classe e molto stile». (…) A settembre 2015, la regina Elisabetta II supererà per numero di giorni la durata del regno della regina Vittoria. Che effetto le fa? «È una straordinaria capacità di continuo cammino col passo della storia… E in questo certamente l’esempio della regina Vittoria per lei è stato il massimo a cui poter ispirarsi. Beh… In effetti colpisce la longevità dell’una e dell’altra, ma del resto la storia della monarchia inglese, come sappiamo, è anche una storia di regine».