Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 29 Sabato calendario

PIANETA FACEBOOK IL RECORD DEL SOCIAL: UN MILIARDO DI UTENTI CONNESSI IN UN GIORNO L’INDIA E IL BRASILE INSEGUONO GLI USA IL BOOM DELL’ITALIA

Quasi il doppio dell’Unione europea e il triplo degli Stati Uniti. È la popolazione di Facebook di lunedì 24 agosto: un miliardo netto, per la prima volta. «Quando parliamo dei nostri dati finanziari usiamo il numero medio, ma questa volta è diverso», ha spiegato il fondatore Mark Zuckerberg sulla sua pagina nell’annunciare il traguardo raggiunto. Ha messo da parte il più freddo ma consistente miliardo e (quasi) mezzo di persone attive mensilmente con cui nutre azionisti e investitori e si è rivolto a un regno terzo per numero di abitanti dopo Cina e India.
Secondo i dati che vengono forniti agli inserzionisti, in termini di iscritti sono ancora gli Stati Uniti a farla da padrona con 193 milioni, mentre le economie emergenti Brasile e India le soffiano sul collo. Fa impressione la proporzione italiana, se si pensa che a collegarsi mensilmente al web sono in 29 milioni, solo un milione in più di quelle che si sono registrate su Facebook.
Ci separa un milione dall’Egitto, che ha una penetrazione della rete inferiore al 50% e 40 milioni di internauti. Ed è questo il dato che Zuckerberg guarda con una certa ossessione. Mentre celebra il miliardo, vede gli altri sei non ancora conquistati e, soprattutto, i 2,7 che non sono in alcun modo raggiunti da Internet. Non a caso a inizio agosto ha tenuto a battesimo il drone che comincerà i test a fine anno per portare connettività nelle zone remote del pianeta. Dove c’è già il collegamento e non ci sono le possibilità economiche, Zuckerberg sta ingolosendo i potenziali utenti con la piattaforma Internet.org, che consente di collegarsi (anche) gratuitamente in mobilità. In India, dove i 134 milioni di iscritti sono una briciola, il vincolo alla piattaforma e la gratuità non uniforme stanno suscitando malumori a chi si preoccupa della libera concorrenza.
Zuck tira dritto, anche laddove i governi fanno muro: in Cina persino il milione e 600 mila persone che aggira il blocco con escamotage tecnologici si sta scontrando proprio in questi giorni con un’ulteriore stretta delle autorità. Tira dritto in Turchia, dove sono in 42 milioni a sfidare bavagli e censure e dove nella prima metà dello scorso anno sono accolte richieste di blocco di 1.893 contenuti.
Con i governi usa il bastone, resistendo, ma anche la carota, intervenendo, come in occasione della cancellazione della pagina che inneggiava al blogger anti-Cremlino Alexei Navalny in quella Russia con 11 milioni di iscritti. Libertà d’espressione prima di tutto, ma ancora prima il raggiungimento del prossimo miliardo. La vera priorità per Mark, che sul suo profilo ha da poco affidato alla sua pagina anche l’annuncio della dolce attesa della moglie Priscilla, concedendo dettagli sulle difficoltà incontrate dalla coppia che tradiscono la volontà di far uscire Facebook dai recinti del solo racconto della positività.
Il fondatore nel video celebrativo del miliardo non parla solo di vacanze, sorrisi e amici, ma si sofferma su «ciò che ci fa piangere» o ci preoccupa. Continua a parlare, tuttavia, di un mondo che «se più aperto e connesso, è migliore». E lo fa a poche ore dalla condivisione del filmato (poi bloccato) del doppio omicidio — in diretta tv in Virginia — da parte del killer stesso. Non lo menziona e rimane convinto che l’universo collegato «porti a relazioni ed economia più forti».
Ubi maior, quindi, anche se la tecnologia che fa partire in automaticamente i video li ha portati pure sulle bacheche di molti utenti ignari. Ubi maior, guardando al prossimo miliardo.