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 2015  agosto 30 Domenica calendario

BELLA, RICCA, ISLAMICA FUGGE NEL CALIFFATO CON I SUOI QUATTRO FIGLI

Un’altra cittadina britannica, Zahera Tariq, di 33 anni, è fuggita dalla propria casa con i suoi quattro figli per andare quasi certamente in Siria, nelle zone controllate dallo Stato Islamico. In un anno, è la 41a donna a lasciare la rassicurante Gran Bretagna per una zona devastata dalla guerra e dalle leggi della Sharia: una migrazione al contrario apparentemente incomprensibile, che preoccupa la polizia, l’anti-terrorismo e gli assistenti sociali.
La signora Tariq è uscita dalla sua bella casa in mattoni a due piani di Walthamstow, un piacevole villaggio urbano nel Nord Ovest di Londra, il 25 agosto, alle 8 del mattino. Aveva con sé quattro pesanti valigie e i figli Muhammad, di 12 anni, Amaar, di 11, Aadid di 4 e Safiyyah, di 9. Il marito ne ha denunciato la scomparsa il giorno dopo e Scotland Yard ha scoperto le tracce dei fuggitivi in poche ore: una telecamera di sicurezza li aveva ripresi al City Airport, poco prima che salissero su un aereo per Amsterdam. Secondo il comandante Richard Walton, dell’Antiterrorismo, non ci sono prove che Zahera Tariq e i suoi figli si siano diretti in Siria, ma tutto lo lascia pensare. I vicini di casa, come Khalil Muhammadi, sono sorpresi: Zahera sembrava una donna felice, la famiglia era esemplare e i bambini apparivano sempre sorridenti e chiacchieroni.
RECLUTAMENTO SUL WEB
Che cosa è successo dunque? Sotto le apparenze, c’è una realtà che ancora si fatica a comprendere. Nessuna persona di buon senso lascerebbe Walthamstow per Raqqa e nessuna madre responsabile ci porterebbe i propri figli. Lord Carlile, membro del comitato che ha revisionato le leggi anti terrorismo britanniche, ha ammesso alla Bbc che dal 2001 al 2011 l’attività di prevenzione si è concentrata solo sui maschi giovani, trascurando le donne. Ma ora tutto è cambiato. Agenti dell’anti-terrorismo vengono mandate regolarmente dove i reclutatori mandano le loro: davanti ai cancelli delle scuole, un luogo dove si possono avvicinare donne di religione islamica senza destare sospetti.
La situazione è così preoccupante che il governo ha istituito il sito web «preventtragedies.co.uk» per dare consigli alle famiglie e per spiegare ai genitori come comportarsi con figlie che manifestino il desiderio di andare in Siria. Helen Ball, coordinatrice delle politiche anti terrorismo, ha cercato di spiegare perché così tante giovani donne facciano questa scelta, all’apparenza del tutto assurda. «Si tratta spesso – ha detto – di ragazze che hanno forti motivazioni umanitarie e religiose. Hanno la sensazione di non riuscire a coniugare la vita moderna con i precetti della loro religione e si lasciano convincere che la vita nello Stato Islamico è più bella e più serena. Per alcune c’è anche il fascino dell’incontrare e magari sposare un combattente. Per tutte, c’è poi un senso di costrizione dovuto alle esigenti aspettative dei genitori, e un forte desiderio di ribellarsi e disubbidire». Si pensa che siano finora 400 le ragazze inglesi partite per la Siria, e quasi tutte hanno meno di 20 anni.
I SEGNALI D’ALLARME
Il governo ha deciso anche una campagna radiofonica di consigli alle madri, che nel mondo islamico hanno ancora una forte influenza sulle figlie, per aiutarle a riconoscere i segnali di cambiamento. Gran parte del reclutamento, afferma Helen Ball, avviene attraverso Internet e in Gran Bretagna circa mille siti a settimana vengono chiusi perché sospettati di fare proselitismo. «Se le madri vedono che le loro figlie stanno ore al computer, devono intervenire e spiegare che niente di quello che leggono sullo Stato Islamico è vero. Ci sono molti segnali per capire se qualcuno sta per andare in Siria, e stare a lungo su Internet è uno di questi».
Vittorio Sabadin, La Stampa 30/8/2015