Fabrizio Assandri e Cristina Insalaco, La Stampa 30/8/2015, 30 agosto 2015
NESSUNO CONTROLLA CHI SFORA IL CARO LIBRI
Uno studente di prima media dovrebbe spendere per i libri di testo al massimo 294 euro. In prima al liceo classico 335 euro, in quarta all’artistico 196. Sono i tetti massimi fissati dal ministero, fermi dal 2012. Ma la realtà è troppo spesso diversa. Basta andare sul sito Internet di molte scuole e spulciare l’elenco dei libri richiesti per rendersene conto. In un liceo classico del Torinese si arriva a 386 euro (50 più del tetto massimo), 342,50 (anziché 320) in uno scientifico di Padova. Non sono casi isolati. «I tetti di spesa vengono puntualmente superati» dicono da Federconsumatori, che insieme all’associazione Codacons lancia l’allarme e denuncia l’assenza di controlli.
Due su cinque
L’anno scorso un’indagine di Skuola.net rilevò che due classi su cinque sforavano il tetto, una su dieci ben oltre anche la soglia di tolleranza del 10 per cento. Dal ministero non forniscono dati, ma ammettono che il fenomeno, anche se in misura limitata, esiste. Perfino l’Associazione Italiana Editori, col direttore Alfieri Lorenzon, dice che «tra materie nuove e sperimentazioni, il tetto di spesa può essere superato. Se alle medie il rispetto è del 90 per cento, alle superiori varia da istituto a istituto». C’è poi uno stratagemma. «Le scuole aggirano le regole facendo comprare libri che solo in teoria sono facoltativi» dice Elisa Trovò del Coordinamento nazionale genitori democratici (che nulla ha a che vedere col Pd). E c’è anche un piccolo giallo: il tetto dei prezzi non è stato aggiornato con i nuovi indirizzi previsti dalla riforma Gelmini. Come si calcola il tetto per la V liceo musicale?
Miraggio risparmio
Il ministero aveva anche stabilito una riduzione del tetto massimo fino al 30 per cento. Lo «sconto» era legato all’utilizzo esclusivo di tablet e lavagne elettroniche: con il ritardo tecnologico delle scuole è diventato un miraggio. Secondo la Mondadori, sarebbero appena 40 le scuole in Italia che quest’anno hanno ordinato libri esclusivamente in formato digitale. «La maggior parte - dice Paolo Reniero, direttore marketing - adotta i libri cartacei con la versione digitale». Quest’ultima, spesso, non viene utilizzata: molti libri tornano nei negozi dell’usato con pin e password ancora da «grattare». Dai dati dell’editore Pearson, «solo il 20 per cento degli studenti accede ai siti per i contenuti on line, solo il 10 fa gli esercizi e visualizza foto e video».
Il caro-corredo
Poco importa che quest’anno i prezzi dei libri siano stabili (secondo Ulisse Jacomuzzi, ad dell’editrice Sei, sono addirittura diminuiti): quella dei testi scolastici resta una stangata assicurata. Per ogni studente si spenderanno, in media, 531 euro per libri e dizionari (797 in prima liceo) più 514 euro di corredo. I prezzi di zaini, astucci e matite quest’anno sono aumentati dell’1,5 per cento. L’intero sistema è farraginoso. «Mancano controlli, per i libri tutto viene lasciato alla discrezionalità delle scuole» dice Sergio Veroli, vicepresidente di Federconsumatori. Ma non è l’unico problema: «Non c’è una strategia da parte del governo che punti a far davvero risparmiare le famiglie. Il vero nodo è l’arretratezza tecnologica: tutto è ancora legato alla carta».
Scuole senza libri
Esistono sperimentazioni e realtà che vanno in direzione opposta. Come la rete nazionale Book in progress, capofila l’istituto Majorana di Brindisi, alla quale hanno aderito 800 docenti che scrivono collettivamente i testi, poi li stampano o usano solo la versione digitale. Senza diritti d’autore, un testo può costare 5 euro. C’è poi chi i libri li ha proprio aboliti: al liceo Darwin di Rivoli il professore di lettere Angelo Chiarle preferisce usare i social network e Youtube: «Non solo per risparmiare: così cambia la forma mentis». Anche se c’è un fenomeno inverso: «A Milano alcune scuole son tornate al libro non soddisfatte dai tablet: fanno distrarre» dice Edoardo Scioscia del gruppo Libraccio.
Più usato e on line
Dopo il tracollo del 2009, post riforma Gelmini, ora che i nuovi indirizzi introdotti allora hanno terminato il ciclo, il fiorente mercato dell’usato può contare su un parco libri molto più vasto. E per risparmiare va molto bene anche la vendita on-line (temuta al pari dei supermercati, che fanno sconti fino al 20 per cento, dalle librerie): c’è chi sul Web fornisce un’assicurazione sulle condizioni del libro. Amazon.it stima l’aumento dall’anno scorso del 48 per cento di utenti, percentuali simili a quelle di Ibs. Resta il problema delle edizioni che cambiano di continuo. «Ho due figli nello stesso liceo - racconta la signora Marisa Salerno - si passano solo un anno ma non hanno mai potuto usare l’uno i libri dell’altro».
Fabrizio Assandri e Cristina Insalaco, La Stampa 30/8/2015