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 2015  agosto 30 Domenica calendario

PIÙ CONTROLLI SUI TRENI E BIGLIETTI NOMINALI IL PIANO DELL’EUROPA CONTRO GLI ATTENTATI

PARIGI
Per viaggiare su un treno tra Torino-Parigi, oppure Zurigo-Milano bisognerà registrarsi con nome e cognome, come avviene per i biglietti aerei, e munirsi di pazienza. Le file e i controlli non saranno uguali a quelli degli aeroporti, ma il nostro modo di viaggiare sui binari, almeno in Europa, rischia di cambiare nei prossimi mesi. I ministri dell’Interno e dei Trasporti hanno infatti proposto ieri di instaurare biglietti nominativi per tutti i treni transfrontalieri, insieme a una nuova serie di misure di sicurezza.
Una settimana dopo l’attentato sull’Amsterdam-Parigi sventato grazie al coraggio di alcuni passeggeri, i governi dell’Ue annunciano rinforzi e novità per proteggere i convogli ferroviari. Secondo quanto indicato dal documento finale, che dovrà essere poi discusso dai governi nazionali, la registrazione dei passeggeri sarà obbligatoria non solo online, come già accade per molte compagnie ferroviarie, ma anche per chi acquista il titolo di trasporto in stazione. La tracciabilità dei passeggeri ferroviari è uno degli obiettivi che si sono prefissi i ministri riuniti ieri a Parigi. Al summit, deciso all’indomani dell’attacco sul Thalys, hanno partecipato i paesi con cui la Francia à collegata via treni internazionali, ovvero Italia, Regno Unito, Germania, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Svizzera.
Il caso di Ayoub El Khazzani, che ha viaggiato indisturbato per l’Europa nonostante fosse schedato dai servizi segreti europei, ha dimostrato la fragilità dell’attuale sistema di controlli. L’instaurazione dei biglietti nominativi, spiegano i ministri europei, è il primo passo per avere una tracciabilità, insieme alla creazione di un Pnr (Passenger name record) con cui raccogliere i dati dei passeggeri del traffico aereo. Il summit raccomanda anche la creazione di varchi per l’identificazione dei passeggeri al momento di salire sul treno facendo però attenzione, ha precisato il ministro Bernard Cazeneuve, a garantire «la fluidità del traffico». L’ipotesi di creare portici o imbarchi fissi così come accade per gli aerei rischia infatti di provocare lunghe file e ritardare le partenze. L’unico esempio simile è quello degli Eurostar tra Parigi e Londra, che però non viaggiano nello spazio Schengen.
E proprio su Schengen c’è stata una spaccatura tra i paesi presenti. La Francia è tornata a chiedere alla Commissione la possibilità di instaurare controlli alle frontiere permanenti «quando e dove necessario», ha spiegato Cazeneuve. La questione è resa complicata dal fatto che i 26 paesi che aderiscono al trattato di Schengen hanno di fatto abolito le frontiere fisiche, e il principio della libera circolazione dei beni e delle persone rende impossibile reintrodurre dei controlli sistematici ai confini, se non in casi di emergenza (in cui il trattato viene di fatto derogato). Su questo punto l’Italia ha preso le distanze dal governo di Parigi. «Non rinunciamo al criterio di Schengen della libera circolazione delle persone, perché è un fatto di civiltà e il terrorismo da questo punto di vista non ci piega», ha commentato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, presente alla riunione parigina. I ministri si sono invece trovati d’accordo per cercare di centralizzare meglio nominativi e informazioni dell’antiterrorismo all’interno del Sis, il servizio informativo di Schengen.
La Commissione dovrebbe anche varare entro fine anno nuove restrizione sul porto e la vendita di armi, data la facilità con cui Khazzani si è potuto procurare il proprio arsenale, tra cui un fucile d’assalto Akm e una pistola semi-automatica Luger. Infine, i ministri si sono impegnati a rinforzare la presenza di poliziotti con pattuglie miste che saliranno a bordo dei convogli internazionali come Thalys, Lyria, Thello. Gli agenti potranno essere dotati di metal detector e di rilevatori per tracce di esplosivo. Le raccomandazioni del vertice di Parigi dovranno ora essere discusse e varate dai singoli governi e dalla compagnie ferroviarie con la consapevolezza che è impossibile blindare i treni com’è stato fatto con gli aerei dopo l’11 settembre: il traffico ferroviario è dieci volte più elevato di quello aereo.
Anais Ginori, la Repubblica 30/8/2015