Paola Zanca, il Fatto Quotidiano 29/8/2015, 29 agosto 2015
IL COMMISSARIO BERGOGLIO FA IL PIANO TRAFFICO DI ROMA
Povero Angelino Alfano, non poteva andargli peggio: lui è lì che batte i pugni sul tavolo della sala stampa di Palazzo Chigi, tutto preso dall’annuncio che il prefetto Franco Gabrielli farà da “tutore” al sindaco di Roma Ignazio Marino, e ai piani alti del Campidoglio che fanno? Firmano una delibera, anzi, un “Piano organico e coordinato”. Sono le linee guida per il prossimo Giubileo e il Comune le ha scritte insieme a un “tutore” con cui, si consoli il ministro, nessuno poteva competere: Jorge Mario Bergoglio.
È lui, papa Francesco, il vero commissario della Capitale, visto che il Comune si prepara ad affrontare una serie di interventi “consapevolmente” ispirati alla filosofia dell’argentino. Qui non parliamo di liturgie, messe o benedizioni, né del rapporto quasi confidenziale che in questi due anni, Bergoglio e Marino, vantano di aver costruito. Qui abbiamo a che fare con “emergenze in materia di traffico, mobilità e inquinamento atmosferico o acustico”. I cantieri si aprono per l’Anno Santo, le opere restano alla città (che – al di là dei tutor – ne ha un discreto bisogno). Così, in Campidoglio si sono messi al lavoro per disegnare una città ad immagine e somiglianza del Pontefice.
Spiega il “Piano” firmato l’altro ieri dal vicesindaco Marco Causi: “L’analisi condotta dagli uffici ha voluto consapevolmente tener conto tanto dei caratteri quanto delle tempistiche declinate nella bolla di indizione Misericordiae Vultus indetta da Sua Santità”. Ecco, Francesco vuole un “ritorno all’essenziale”.
E il Campidoglio, con buona pace di chi era pronto a sedersi al nuovo banchetto, ha dovuto “assumere una progettualità organizzativa diversa rispetto a quella sperimentata per il Giubileo del 2000”. Per intenderci, all’epoca, si mise in piedi il Terminal Gianicolo (e ad eterna riconoscenza, la società che lo gestisce illustra il suo sito web con gigantografie vaticane): “L’hub turistico di San Pietro”, lo definiscono, “sviluppato su 5 livelli” e collegato direttamente con il fronte della basilica “da 2 tunnel con scale mobili e tapis roulant”.
“Adios”, direbbe Bergoglio. Stavolta sotto al colonnato del Bernini ci si arriva a piedi. “Francesco ci ha chiesto di lasciare i pullman almeno a due chilometri di distanza dalla Santa Sede”, spiegano dal Campidoglio (il neo assessore Stefano Esposito ha accolto il consiglio con un certo entusiasmo: “Autobus fuori dal Raccordo”). Il papa vuole che i fedeli si avvicinino alla Santa Sede con calma, in preghiera e meditazione, piuttosto un po’ affaticati dal percorso che appesantiti dal menù “san Luca” (ristorante “I quattro evangelisti”, sempre nell’hub di cui sopra). Così, in Campidoglio hanno varato quattro “itinerari pedonali giubilari” e i fondi recuperati l’altro ieri serviranno a mettere in sicurezza il cammino dei pellegrini, che altrimenti rischia di essere piuttosto accidentato: buche da riparare, marciapiedi da allargare, pulizie straordinarie, piste ciclabili, orari di carico/scarico merci da rivedere, divieti di sosta e di circolazione, cura del ferro. Obiettivo: approfittare dell’evento straordinario per incrementare “il patrimonio della Città e dei suoi abitanti”. Magari ci riesce Francesco.
I cantieri dovrebbero aprire il 7 settembre: mancano due mesi all’apertura della Porta Santa prevista per l’8 dicembre, il calendario degli eventi è già quasi pronto: dodici udienze (il sabato), l’arrivo delle spoglie di Padre Pio a febbraio, un giubileo dedicato ad ognuno dei disperati della terra, gli ammalati, i disabili, i poveri, i disoccupati, i senza fissa dimora. Ce n’è uno che a Roma preoccupa particolarmente: è quello del 6 novembre 2016, Giubileo dei carcerati. Francesco vuole un migliaio di detenuti in piazza San Pietro: ma chi garantisce che nessuno ne approfitti per la fuga? L’ipotesi, al momento, pare quella di ridurre l’eventuale danno scegliendo reclusi vicini alla fine della pena, in modo che abbiano meno incentivi all’evasione. La collaborazione tra le forze dell’ordine italiane e la gendarmeria vaticana è regolata da trattati internazionali. Che non prevedono soluzioni per le bizzarrie di un papa, figuriamoci di un papa-sindaco.
Paola Zanca, il Fatto Quotidiano 29/8/2015