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 2015  agosto 29 Sabato calendario

ANALISI MEDICHE CON UN CLIC LA RIVOLUZIONE DI ELIZABETH

Non molte ragazze americane di 19 anni parlano perfettamente il cinese, hanno una passione sfrenata per i computer e abbandonano la prestigiosa università di Stanford per lanciare la propria azienda con Henry Kissinger nel consiglio d’amministrazione.
Ma Elizabeth Holmes non è una ragazza normale. La fondatrice di Theranos, un’azienda che vuole rivoluzionare l’industria delle analisi mediche, è sempre stata fuori dagli schemi. Lo si vede da cosa indossa: giacca nera, pantaloni neri, girocollo nero su cui campeggiano capelli biondissimi – una Steve Jobs al femminile. Da come parla, anzi sussurra, con voce profonda, parole pesanti e occhi azzurrissimi puntati sull’interlocutore. E da quello che vuole fare: trasformare l’industria plurimiliardaria della sanità, il settore più complicato, sprecone e politicizzato degli Stati Uniti.
Holmes, che ora ha 31 anni, è un prodotto della nuova economia Usa ma anche dell’imprenditoria vecchio stampo. Di nuovo c’è il fatto che una ragazza intelligentissima ma un po’ nerd sia riuscita a trovare soldi per realizzare un’idea ambiziosa, convincere Kissinger e altri luminari ad aiutarla e ora ha una società valutata circa 10 miliardi di dollari.
L’ECOSISTEMA DEI SOGNI
«Ero una ragazzina, non avevo nemmeno finito l’università, eppure sono riuscita a partire» mi dice, vestita nella sua uniforme nera che risalta ancora di più nel suo bianchissimo ufficio nel nuovo quartier generale di Theranos. «Qui a Silicon Valley c’è un ecosistema che ti permette di seguire il tuo sogno».
Ma c’è anche del vecchio nell’idealismo e nella passione quasi fideistica della Holmes. Ha una missione sola, Elizabeth, e il desiderio maniacale di vincere e cambiare il settore in cui lavora – più Henry Ford che Mark Zuckerberg. «Ho capito a 19 anni che volevo fare questo e ho dedicato la mia vita a questo obbiettivo», dice, senza tradire alcuna emozione. L’obiettivo di cui parla è utilizzare la tecnologia per aiutare i pazienti, medici e il governo Usa a ottenere risultati migliori a costi più bassi nelle analisi del sangue. Theranos – una parola che sembra greca ma è la fusione di «terapia» e «diagnosi» in inglese – la tecnologia ce l’ha: un sistema che permette di fare parecchi test, dal diabete alla cocaina, prendendo solo due gocce di sangue dal paziente con una piccola incisione invece delle solite grandi fiale e aghi. Il resto lo fanno i computer, che analizzano quel goccetto di liquido e mandano i risultati a medici e ospedali via wifi.
Per chi non vive in America, è difficile capire il guazzabuglio burocratico, finanziario e politico che tiene in piedi, a malapena, il sistema sanitario Usa. È una nave che fa acqua da tutte le parti: i pazienti o pagano troppo o vengono curati inadeguatamente o entrambe le cose; i dottori sono sotto pressione perché devono prescrivere medicine per fare soldi e il governo sborsa circa tre triliardi di dollari l’anno, più dell’intero Pil italiano, per un’infrastruttura penosa.
La prima volta che sono andato dal dottore a New York, gli ho chiesto come funzionasse questo sistema così alieno a uno straniero. «Lascia perdere», mi ha interrotto. «Non ci provare nemmeno a capirlo. È un gioco delle tre carte».
Al casinò della sanità Usa, Elizabeth sta scommettendo contro il banco – le compagnie di assicurazioni, le aziende farmaceutiche e persino i dottori che sono i grandi beneficiari dell’attuale caos. L’industria delle analisi vale 250 miliardi l’anno e le grandi società che la dominano sono assolutamente contro la Holmes. Dicono che Theranos è troppo misteriosa, che non rivela come fa le analisi e che non è chiaro se il suo sistema sia davvero migliore.
Elizabeth è imperterrita. Ripete che Theranos non rivela i suoi segreti perché altrimenti i rivali la copieranno – una delle frasi preferite di Steve Jobs. Secondo lei, il suo metodo è semplice, rapido e indolore e persuaderà più americani a fare gli esami, soprattutto quelli che hanno paura degli aghi, e permetterà ai dottori di diagnosticare malattie meglio e prima. «Il sistema attuale è perverso: il test si fa solo quando ci sono dei sintomi. Ma ciò vuol dire che il paziente è già malato».
PERCHÉ NON SIA TROPPO TARDI
Elizabeth parla delle sue esperienze personali, e per la prima volta vedo la persona dietro la giacca nera. «Ho perso gente cara nella mia famiglia che non se ne sarebbe dovuta andare» dice, abbassando gli occhi. «Il nostro scopo è far sì che nessuno dica addio prima del dovuto».
Siamo in un mondo della tecnologia che è molto distante dai telefonini di Apple, i social network di Facebook e i taxi di Uber. In questo settore, aiutare i «consumatori» non vuol dire metterli in contatto con vecchi compagni di scuola, mandargli l’ultima canzone di Justin Bieber o farli arrivare prima all’aeroporto. Qui si parla di salute e malattia, gioia e dolore, vita e morte. E del potere dei pazienti nei confronti dell’establishment sanitario. La crociata della Holmes è permettere alla gente di comprare i test senza la ricetta medica. «Non mi puoi dire che posso comprare una pistola e uccidermi ma che non posso ordinare un test per le allergie», sostiene, con una delle frasi che usa per fare il lobbying dei politici. Ma ciò è esattamente quello che la legge dice in molti Stati. E allora Elizabeth ha deciso di cambiare la legge, Stato per Stato. Per ora, ne ha convinto uno solo – l’Arizona – ma è sicura che altri lo seguiranno.
Gioco la carta del cinismo giornalistico. Non è troppo comodo per Theranos, chiedo, aprire il mercato delle analisi così anche gente che non ne ha bisogno – ipocondriaci, malinformati, ecc. – se li compra? Certe stime dicono che se il resto degli Usa permettesse di comprare i test come in Arizona, l’industria delle analisi guadagnerebbe quasi due miliardi di dollari in più all’anno. Elizabeth ha la risposta pronta: «I nostri test costano meno. Fanno risparmiare i consumatori, il governo e aiutano i medici».
Non tutti sono d’accordo. C’è chi dice che fare le analisi in anticipo non serve a nulla, che la vera risposta ai problemi della sanità americana sta nel persuadere la gente a mangiare meglio, muoversi di più, fumare meno. C’è chi, come Obama e la sinistra, vuole creare un sistema di mutua simile all’Europa in cui tutti i cittadini hanno assistenza sanitaria. E ci sono repubblicani che vogliono tagliare il budget e lasciare che il libero mercato faccia il suo mestiere. Ma niente di ciò turba Elizabeth. Lei, Kissinger e i mille impiegati di Theranos continuano per la loro strada.
Elizabeth mi mostra una foto in bianco e nero del sito del nuovo ufficio di Theranos. È il quartier generale di Hewlett-Packard negli Anni 40, quando Silicon Valley era più valle che silicio. Elizabeth ha preso quella torcia. «L’eredità più importante di Silicon Valley è la creazione di società che cambiano il mondo», mi dice.
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Francesco Guerrera, La Stampa 29/8/2015