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 2015  agosto 29 Sabato calendario

ICARDI E LA NUOVA INTER “SERVIVA UNA RIVOLUZIONE PER TORNARE DA SCUDETTO”

[Intervista] –
MILANO
Mauro Icardi, le piace questo calciomercato scoppiettante?
«Sinceramente non ho seguito molto, ecco…».
Perché, lei la sera cosa fa?
«Sto a casa, in famiglia. Non mi appassiono alle news sportive. Però la tv la guardo».
Ecco, lo ammetta: a un certo punto della serata sbircia le ultime sugli acquisti della serie A.
«Non ci siamo capiti: noi seguiamo la tv argentina, ci piace quella. Ho il decoder apposta per vederla» Però avrà un’idea sulle gerarchie della A, diamine.
«Certo. La Juve, di poco, rimane favorita: sono tre anni che vince».
Veramente sono quattro...
«Ah sì, giusto. Hanno perso Pirlo, Tevez e Vidal che facevano la differenza, le altre ora se la possono giocare. Ci siamo tutti rafforzati. Sarà un campionato equilibrato».
Voi siete cambiati un sacco e non è ancora finita. È d’accordo con la rivoluzione in atto?
«Era giusto cambiare. Sono quattro anni che l’Inter non vince niente: era necessario muovere le cose, provare strade nuove. Da troppo tempo siamo bloccati. Il mister ha delle idee e i dirigenti l’hanno seguito, compiendo enormi investimenti per tornare ai livelli che ci competono».
Ha fiducia, dunque?
«Assolutamente sì. Vedrete che poco a poco rinascerà una grandissima squadra: al club spettano le scelte sul mercato, a noi giocatori il compito di creare un nuovo gruppo e un nuovo spogliatoio. E ci riusciremo. L’Inter lo merita, per la sua storia».
Lei però ha iniziato con un infortunio.
«Ma non è grave. Il muscolo mi si indurisce sempre qui, ho una cicatrice da quando avevo 5 anni (si scopre l’enorme quadricipite destro fin quasi all’inguine, si vede un buco, ndr). L’altra sera, prima di Inter-Atalanta, calcio in porta e subito sento quel dolore».
Per questo ha insistito per giocare lo stesso, salvo poi uscire dopo 15 minuti?
«Sapevo che l’indurimento non era niente di grave. È che voglio giocare sempre… Il mister poi ha deciso di togliermi per non rischiare».
O forse il motivo era la fascia da capitano, che lei indossava per la prima volta… «Non è stato per quello. Però essere capitano dell’Inter è un grande orgoglio. L’hanno deciso Mancini e il club pochi giorni prima del campionato, una soddisfazione enorme. Ho solo 22 anni e rappresento uno dei club più importanti al mondo. Ho la fascia che è stata di Zanetti per tanti anni, il massimo… Ma dico sempre che in campo dobbiamo essere tutti capitani, non solo chi porta la fascia».
Ora dovrà vedersela con gli arbitri, discutere, argomentare… «Non è un problema, ho una certa personalità... E anche prima con gli arbitri ero molto, diciamo così, loquace...».
Il rapporto con Roberto Mancini ora sembra ottimale.
«All’inizio il mister doveva conoscerci tutti. Piano piano abbiamo parlato, ci siamo capiti. Alla fine ho fatto quello che mi chiedeva: aiutare la squadra e segnare tanto».
A proposito: da capocannoniere dell’ultima serie A, cosa pensa dei nuovi centravanti come Dzeko e Bacca?
«Bravissimi, ma aspetterei una decina di giornate, bisogna vedere come si adatteranno alla serie A. La verità la sapremo alla fine».
Il ritorno di Balotelli: giudizio?
«Giocatore eccellente, altrimenti non sarebbe arrivato dove è arrivato, nei club e in Nazionale, da giovanissimo. Come persona forse è un po’ così… Ma ora dovrà cambiare per forza e credo che Mihajlovic sia uno duro e serio per certe cose».
Si è pentito di aver scelto la nazionale argentina, dove non la considerano, e non l’Italia, dove sarebbe titolare indiscusso?
«Ringrazio l’Italia, la mia carriera è iniziata qui. Ma per noi argentini la nazionale è una cosa particolare, non si può spiegare... Io sono in attesa: ora lì ci sono attaccanti incredibili, i migliori al mondo, ma prima o poi invecchieranno... Sono giovane, posso ancora aspettare».
Nel frattempo ha raddoppiato l’ingaggio: come investe il suo denaro?
«Ho comprato una casa a Milano e qualcos’altro in Argentina. Bisogna pur lasciare qualcosa ai figli...».
Lei e Wanda ne avete quattro, in effetti. Altri in arrivo?
«No no, basta».
Sua moglie è molto attiva sui social...
«Sì con Uanda ci piace molto andare sul web, aiuta anche per la popolarità no? Poi ci sono anche i lati negativi, ma sono las reglas del juego...».
Perché dice Uanda con la U?
«Perché si dice così. Siete voi italiani che dite Vanda...».
Tutti a criticarvi, invece poi...
«Ci siamo lasciati indietro tutti i casini e abbiamo pensato solo alle nostre vite. Va benissimo. E sarà stata lei, sarà stata la vita in famiglia, ma io ora sono un uomo e un calciatore migliore».
Andrea Sorrentino, la Repubblica 29/8/2015