Vincenzo D’Angelo, La Gazzetta dello Sport 29/8/2015, 29 agosto 2015
BASELLI: «GIOVANI E BEL GIOCO, IL TORO ESEMPIO» –
Il libro sulla sua vita e già in elaborazione, ben visibile sul suo corpo. Tante tappe, cicatrizzate sulla pelle. Ma quella dei tatuaggi è solo una delle passioni di Daniele Baselli, l’antipersonaggio che ama andare a pescare, ascolta il rap, appena può va in chiesa e usa i social per mantenere un contatto con i tifosi. «Questo è il primo che ho fatto – dice alzandosi la manica della maglia per mostrare la spalla, da dove spunta una stella con due lettere ai lati –: sono le iniziali dei miei genitori, Anna e Flavio». Sull’avambraccio c’è una matriosca aperta per metà. «L’ho tatuata quando Alice, la mia compagna, mi ha detto di essere incinta», mentre sul gomito c’è un orologio antico, modello inglese, con le lancette puntate «sull’ora della nascita di Natalie, che mi ha cambiato la vita. E’ dura, ma è un’emozione continua. Sono un papà giocherellone, la mia compagna è più rigida. La bimba è ancora piccola, ma appena inizia a camminare la mamma dovrà rincorre me e lei». Il Torino lo ha strappato alle grandi, facendone il testimonial del nuovo corso.
Baselli, un bilancio di queste prime settimane?
«Molto positivo, sono stato accolto benissimo dai compagni e dai tifosi. I primi giorni avevo un po’ di ansia. Arrivare al Torino, un grande club con una storia leggendaria, è incredibile. Ti rendi conto che la maglia pesa ancora di più».
Il Milan l’aveva corteggiata a lungo.
«L’interesse del Milan mi ha fatto piacere, ma se mi volevano veramente mi avrebbero preso. Quella del Toro, invece, è stata un’offerta concreta. Il presidente Cairo, Ventura e il direttore Petrachi mi volevano a tutti i costi e non ho esitato ad accettare».
Qual è il segreto di Ventura?
«Me ne avevano parlato tutti molto bene. In effetti è un maestro. Dal primo giorno mi ha dato serenità, mi ha messo nelle condizioni migliori per provare a fare un campionato importante. Mi ha insegnato movimenti nuovi. Da mezzala mi trovo meglio, il suo gioco mi esalta».
In effetti, due gare ufficiali col Torino e due gol.
«Con Ventura le mezzali giocano più vicino alla porta. Per questo sono arrivati subito i gol. Ma anche lo scorso anno con l’Atalanta, sul finale di stagione avevo cominciato a segnare».
Il Toro ha privilegiato i talenti italiani in questo mercato. Con lei, ha preso Zappacosta e Belotti, e riscattato Benassi. Un bel pezzo dell’ultima Under.
«La strategia della società deve essere da esempio anche per le altre. Solo giocando possiamo crescere, migliorare, essere competitivi ad alti livelli. All’estero ragazzi della mia età o più giovani hanno già fatto diversi campionati da protagonisti e molte partite in Champions. C’è più coraggio».
Un aggettivo per descrivere Belotti, Benassi e Zappacosta?
«Belotti è un lavoratore, uno che dà sempre il 110% per la squadra. Zappa è disponibile: se gli chiedi di fare 150 volte la fascia non ti deluderà. Un po’ come Benassi, la rivelazione dell’Euro Under 21. Marco merita la fascia da capitano».
All’Europeo tra l’altro è venuto Conte a vedervi da vicino.
«La sua visita ci ha fatto piacere. Ci ha dato carica. Non ho avuto modo di parlarci, ma è stato un bel segnale averlo lì. Dispiace non aver centrato la semifinale e l’Olimpiade, meritavamo di arrivare in fondo».
E l’Europeo 2016 dei grandi è più un sogno o un obiettivo?
«Devo pensare a fare il massimo col Torino, tutto il resto verrà di conseguenza».
Dove può arrivare il Toro?
«Difficile dirlo, ma speriamo di essere la sorpresa. Per me il Toro è già una big».
È scaramantico?
«No, non bado a queste cose. Anche perché la superstizione spesso diventa un secondo lavoro. Ha presente cosa vuol dire ricordarsi ogni volta di fare le stesse cose, nello stesso modo, magari alla stessa ora? Sarei già stanco prima di giocare – sorride –. Io mi carico ascoltando rap. Ho la mia playlist, ma nessun riturale sull’ordine».
A cosa rinuncerebbe pur di vincere il derby?
«Non ho vizi, se non la passione per i tatuaggi (ne ha una quindicina, ndr ). Diciamo che ho ancora spazio sulla mia pelle per aggiungerne uno». La Juve è avvisata.