Maurizio Porro, Corriere della sera 28/8/2015, 28 agosto 2015
Nella celebratissima filmografia di Stanley Kubrick, che ha il suo immortale epicentro in 2001 e la sua gloria pittorica in Barry Lyndon , il kolossal Spartacus con la sua redditizia uscita natalizia nel 1960 è osservato dai cinefili puristi con qualche ingiustificato sospetto forse perché la regia era stata affidata in un primo momento a Anthony Mann che litigò però col protagonista e produttore Kirk Douglas
Nella celebratissima filmografia di Stanley Kubrick, che ha il suo immortale epicentro in 2001 e la sua gloria pittorica in Barry Lyndon , il kolossal Spartacus con la sua redditizia uscita natalizia nel 1960 è osservato dai cinefili puristi con qualche ingiustificato sospetto forse perché la regia era stata affidata in un primo momento a Anthony Mann che litigò però col protagonista e produttore Kirk Douglas. La storia della rivolta di sessantamila schiavi contro Roma, guidata dall’eroico gladiatore che sarà poi crocefisso ma che, morente, riuscirà a vedere il suo bambino, sembrava un compromesso, niente a che vedere con quei titoli che sarebbero stati il biglietto sociale da visita di Kubrick come Dottor Stranamore e Arancia meccanica . Ma Spartacus , già impersonato dall’atletico Massimo Girotti in un film di Freda del ’53, ha comunque il dna del grande regista americano residente a Londra e sta sopra la media del cinema storico di Hollywood: la bella impostazione visuale (col contributo essenziale di Saul Bass, genio grafico, titolista di Hitchcock e altri), la sudata prova dell’oggi quasi centenario Douglas che sentiva nella biografia russa il germe della rivolta, la controversa sceneggiatura del coraggioso Dalton Trumbo, un perseguitato dalla caccia alle streghe di McCarthy che tornò a firmare col kolossal progressista. Senza dire di un cast da grandi occasioni: Peter Ustinov (prese uno dei 4 Oscar, gli altri alla fotografia, all’art director e ai costumi), la Varinia di Jean Simmons, l’immenso Charles Laughton, Laurence Olivier (Marco Crasso) cui fu tagliata una scena termale esplicitamente gay con Antonino (Tony Curtis); John Gavin (l’amante di Psycho ), Nina Foch, Woody Stroode. Nel ’91 esce l’edizione restaurata director’s cut di 196 minuti, 13 in più della versione ufficiale, con Anthony Hopkins che doppia lo scespiriano Olivier nelle scene inedite. E vale la pena far tardi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Spartacus di Stanley Kubrick, 1960 ore 23.10, Rete4