Elena Stancanelli, la Repubblica 28/8/2015, 28 agosto 2015
FALCO – Il falco pellegrino ha un cappuccio di piume nere sulla testa, simile a quello che indossavano, appunto, i fedeli in pellegrinaggio
FALCO – Il falco pellegrino ha un cappuccio di piume nere sulla testa, simile a quello che indossavano, appunto, i fedeli in pellegrinaggio. A differenza del gheppio, al quale somiglia, non è capace di quella figura aerea chiamata lo “spirito santo”, che consiste nel rimanere sospeso, apparentemente immobile, con le ali spalancate. Ma non gli importa: il falco pellegrino non ha bisogno di tanta ridicola ostentazione di bravura. E’ un animale serio, e si accompagna infatti alla stessa femmina per tutta la vita. Solo nel caso resti vedovo si decide a scegliere un nuovo partner. Lo stesso vale per le femmine, che si distinguono dal maschio perché più grandi. Il falco pellegrino è un predatore. Coi suoi 380 chilometri l’ora in picchiata è anche l’animale più veloce del mondo. Sensibile all’addestramento, è da sempre compagno dell’uomo nella caccia. Gli antichi egizi lo ritrassero negli affreschi, Dante lo cita decine di volte nella sua Commedia e Federico II ne fu grande appassionato. Tanto che, si dice, importò dagli arabi la pratica del burqa. Che, nel caso del falco, sarebbe quel cappuccio che gli viene messo sulla testa per evitare che si distragga. Il burqa sostituì la ciliatura, cioè la cucitura delle palpebre, che aveva lo stesso scopo ed era un po’ più fastidiosa. Ma non troppo.