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 2015  agosto 28 Venerdì calendario

MILLENNIUM STILE LARSSON

A lettura ultimata di Quello che non uccide. Millennium 4, si capiscono i termini della committenza affidata dalla casa editrice Norstedt a David Lagercrantz (foto) per continuare a vendere in tutto il mondo i nuovi episodi della fortunata trilogia di Stig Larsson: riempire circa 500 pagine, cercare di riprendere stilemi e ritmi narrativi dello scrittore defunto, dare al libro un taglio di sceneggiatura per facilitare al massimo l’inevitabile trasposizione cinematografica. Dal canto suo, Lagercrantz, che non è l’ultimo arrivato in materia di scrittura, ha cercato diligentemente di mettere nel romanzo qualcosa degli archetipi del poliziesco svedese classico, la famosa serie delle inchieste di Martin Beck, uscita tra gli anni ’60 e ’70 dalla penna della coppia di scrittori Maj Sjöwall e Per Wahloö, in un’epoca in cui il giallo svedese era noto solo a pochi appassionati scandinavi. Il grande privilegio di potersi avvalere di personaggi come il giornalista d’assalto Mikael Blomqvist e la specialista di computer Lisbeth Salander, ormai ben noti e molto amati dal pubblico, si è però rivelato in realtà un’arma a doppio taglio, perché Lagercrantz, per quanto riguarda l’approfondimento, ha dovuto limitarsi a riproporre esattamente i due protagonisti cosí come Larsson li ha consegnati al pubblico nella sua trilogia. La libertà di modificarli non gli è stata ancora concessa dalla Norstedts e potrà arrivargli solo nel caso di un eventuale grande successo del nuovo romanzo.
INTRIGO
Ecco allora che Lagercrantz ha impostato l’intrigo di base di Quello che non uccide sulla figura di un grande scienziato svedese, Frans Balder, «fissato con codici segreti, processi quantistici e probabilità logiche», che ha condotto studi avanzatissimi su computer in grado di superare l’intelligenza umana. Genio fin dalla nascita, carico di cattedre universitarie del massimo prestigio, ricercato da compagnie informatiche di tutto il mondo, il professore, dopo aver lavorato a Silicon Valley, ha deciso di tornare a Stoccolma soprattutto per prendersi cura del figlioletto di otto anni, un bambino autistico che, dopo il divorzio dei genitori, è affidato alle cure della madre, ex attrice, e del suo nuovo compagno, un attore alcolizzato e incline alla violenza. Una volta ripreso con sé il bambino, Balder si accorge che il piccolo possiede capacità straordinarie nella matematica e nel disegno.
Parallelamente alle vicende di Balder, Lagercrantz non lesina però lunghe pagine su Mikael Blomqvist, che sta vivendo un periodo di crisi come giornalista, ormai incapace di nuovi colpi a sensazione e impigrito dalle lunghe ore passate a casa a leggere gialli. Ha perso il contatto con Lisbeth che dal canto suo, forte della sua fortuna di 500 milioni di euro, continua però a esercitare l’hackeraggio e ad essere ricercata ovunque quando si tratta di impedire il furto di segreti industriali o di operazioni che richiedono un’insuperabile abilità con il computer... Il romanzo procede con estrema lentezza e una telefonata può richiedere cinque o sei pagine di testo, mentre abbondano i dettagli sui panini, le birre, le acque minerali, l’amarone, ecc. consumati da Mikael e da Lisbeth, insieme alle insistite descrizioni di una Stoccolma tormentata dal maltempo che probabilmente fanno parte della formula di rito che tanto piace ai lettori di tutto il mondo. Nel complesso un romanzo piuttosto fermo che però è piaciuto al “New York Times”, mentre i primi giudizi critici svedesi parlano di «un poliziesco dozzinale».