Flavio Pompetti, Il Messaggero 28/8/2015, 28 agosto 2015
Morte in diretta, la vita violenta del killer– «Mi si spezza il cuore ogni volta che accade un episodio come questo»
Morte in diretta, la vita violenta del killer– «Mi si spezza il cuore ogni volta che accade un episodio come questo». Obama è tornato a ripetere l’orrore che ha provato di fronte alla strage di Roanoke in Virginia, dove mercoledì mattina Vester Flanagan, l’ex impiegato di una stazione tv si è vendicato del licenziamento di due anni fa, uccidendo a sangue freddo due ex colleghi che stavano registrando un’intervista, e la donna che era di fronte alla telecamera. Poche ore dopo l’assassino si è sparato alla testa quando è stato fermato da una volante su una strada non distante da Washington, e si è ucciso. I CONTROLLI Obama è tornato a parlare della necessità di irrigidire i controlli sull’acquisto delle armi che «uccidono molto più di quanto non possa fare il terrorismo internazionale». Mentre il presidente parlava, in un negozio in Louisiana un uomo vestito da Rambo aveva aperto il fuoco per ammazzare un poliziotto, dopo aver accoltellato una donna in un appartamento vicino. Quasi contemporaneamente, un’altra persona in un campus universitario del Mississippi si era messa a sparare, per fortuna bloccata dalla polizia prima che potesse mietere vittime. Ieri mattina infine si è concluso il processo a James Holmes, il giovane vestito da Batman che tre anni fa aveva fatto irruzione in un cinema di Aurora in Colorado, per uccidere 12 persone e ferirne diverse decine (Holmes, nonostante le perizie che lo dichiaravano malato di mente, è stato condannato a 12 ergastoli e 3.318 anni di reclusione). «Quando finirà questa follia?» ha chiesto con gli occhi rossi e vuoti di lacrime, ma con un intensità che ha colpito l’intero paese, il padre di una delle vittime, la giovane Alison Parker. L’uomo ha detto che mercoledì ha trovato la missione della sua vita: battersi perché chi è malato di mente non possa più acquistare un’arma. L’OSSESSIONE Vester Flanagan era un folle? Di sicuro era ossessionato dall’idea di essere bersaglio di discriminazione razziale. L’avvocato Marie Mattox che l’ha rappresentato nel 2013 nella causa contro la stazione WDBJ7 che lo l’aveva licenziato, e contro la quale il giovane intendeva vendicarsi con l’omicidio dei due ex colleghi, racconta di aver parlato con una persona lucida e razionale, anche se profondamente ferita nell’orgoglio. Nelle 23 pagine di una lettera che Flanagan aveva scritto dopo la strage ci sono tracce di un’ira crescente per le uccisioni di tanti uomini come lui di colore, per mano della polizia. L’ultimo episodio, la strage di nove fedeli in una chiesa di Charleston a metà giugno di quest’anno, è quello che lo ha convinto ad agire. Ha acquistato due pistole Glok da 9 mm, ed ha aspettato il momento buono per entrare in azione. LE PRESIDENZIALI I politici che stanno battendo le piste della campagna presidenziale ieri sono stati chiamati ad esprimersi sull’orientamento che avrebbero, una volta eletti, in tema di armi. Donald Trump si è detto rassegnato all’idea che è impossibile