la Stampa 27/8/2015, 27 agosto 2015
«Social media cassa di risonanza del disagio psicologico estremo» Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del centro medico Santagostino di Milano, che cosa spinge un individuo a filmare un omicidio e metterlo in Rete? «Ci troviamo di fronte a un caso di un soggetto che covava da tempo rancore e rabbia, che si sentiva escluso, oppresso e defraudato di un suo diritto, in questo caso il lavoro
«Social media cassa di risonanza del disagio psicologico estremo» Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del centro medico Santagostino di Milano, che cosa spinge un individuo a filmare un omicidio e metterlo in Rete? «Ci troviamo di fronte a un caso di un soggetto che covava da tempo rancore e rabbia, che si sentiva escluso, oppresso e defraudato di un suo diritto, in questo caso il lavoro. La decisione di mettere online il suo gesto disperato denota, oltre ad una possibile patologia psichiatrica, la volontà di mostrare al mondo la sua personalità, facendosi giustizia da sé. Un gesto paranoico che ha raggiunto l’obbiettivo di portare milioni di persone sul suo profilo Twitter, prima che venisse chiuso». Quanto ha influito il fatto che il killer fosse un giornalista? «Una volta deciso di commettere il duplice omicidio, il killer si è concentrato su come spettacolizzare l’evento e la sua professione di giornalista televisivo lo ha aiutato. La sequenza video filmata freddamente con il cellulare mostra chiaramente come dietro ci sia stata una regia pensata e non improvvisata. Ha fatto quello che un bravo giornalista farebbe, ossia cercare uno scoop mettendo in scena una scena da thrilling per tenere incollate a uno schermo più persone possibili» C’è il rischio che la Rete si trasformi in uno strumento nelle mani di persone deviate che decidono di utilizzarla per auto-celebrarsi anche tragicamente? «In certe situazioni di disagio psichico, la Rete e i social network si trasformano in cassa di risonanza permettendo alle azioni di questi soggetti di diventare virali nel giro di pochi minuti. Internet si sta trasformando in un luogo dove soggetti con problematiche psichiatriche riescono a sfogarsi e a sentirsi ascoltati, come in questo caso. Un segnale di estrema disperazione da comunicare agli altri. In futuro, con una società dell’informazione sempre più presente nelle nostre vite ci dovremmo abituare a persone che documenteranno le loro gesta, attraverso fotografie e video, come se fosse il loro marchio di fabbrica».