Filippo Ceccarelli, il Venerdì 28/8/2015, 28 agosto 2015
QUELLE PICCOLE INCOERENZE DI UN AMICO DEL POPOLO TRA SALVINI E SANTANCHÈ
«Populista, e me ne vanto» s’intitola il piccolo saggio auto-personalizzato uscito per le edizioni del Giornale con la firma, ma soprattutto con fotona in copertina di Paolo Del Debbio, ciuffosissimo conduttore di Quinta Colonna e Dalla vostra parte, reti Mediaset, e forse adesso aspirante sindaco di Milano per il centrodestra.
«Sono populista e me ne vanto!» ribadisce, stavolta anche con il punto esclamativo, a pagina 24. Ecco un altro campione del dubbio e dell’umiltà, viene da sospirare. Ci mancava.
E tuttavia l’immagine dell’autore non è quella di un uomo che si vanta. La vanità, pur così frequentata nel mondo tv, cede semmai il passo ad un fervore per così dire operativo.
Si può discutere sui colori del volto, che virano verso la congestione. Ma almeno in foto Del Debbio non trasmette narcisismo, e quel suo dito che pare sporgersi fuori dal cartone non accusa nessuno, né alcunché indica al pubblico ludibrio. È piuttosto il segno del comando in prima serata, delinea un ordine funzionale e variabile, «avanti con il collegamento», oppure «ministro, tocca a lei rispondere», o anche «adesso vi dobbiamo mostrare un servizio».
In uno di questi servizi si è scoperto mesi fa che c’era un finto rom, incautamente sovvenzionato per testimoniare di aver fatto quel genere di cose cattive che certe persone pensano siano patrimonio esclusivo dei rom. Sono i rischi del populism-show.
Dedicato pudicamente a F.C. (Fedele Confalonieri?), il libretto di Del Debbio, che pure è un uomo colto e così fiducioso da aver a suo tempo compilato per Forza Italia «le 45 ricette del nuovo miracolo italiano», ragiona appunto sul populismo rivendicandone la dilagante innocenza e se la prende con i politici, gli intellettuali e i burocrati che invece di frequentare le case, le piazze e le periferie se ne stanno asserragliati nei Palazzi, nei salotti e nei loro uffici al sicuro.
Nel frattempo lui è comparso su Chi mentre con altri amici del Popolo come Salvini e Santanchè si trovava nel mega e lussuoso Twiga della Versilia, che quest’anno ha rinnovato i suoi arredi in senso etno-africano.