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 2015  agosto 28 Venerdì calendario

L’INGANNO DELLA LUCERTOLA

Pochi rettili fanno simpatia come le lucertole (Podarcis muralis). Sono parte di quel minuto paesaggio di foglie secche, aiuole, muri screpolati. Delizioso, in proposito, è il passo di Jules Renard nelle sue Storie Naturali:
«Il muro: “Non so, sento un brivido nella schiena…”. La lucertola: “Sono io”».
Le notano tutti, ma nessuno le osserva. Salvo i bambini. A loro piace catturarle con le mani. Ho ancora la sensazione del corpo fremente nelle mie mani impolverate, dell’innocuo morso e poi lo stupore per quella coda staccata e indiavolata. Ma come? Non volevo farle male e invece il moncone era lì, nella polvere, a torcersi. Solo più tardi ho imparato che le lucertole fanno autotomia per ingannare i predatori. Le vertebre della coda sono sottili e fragili, con un’incrinatura predisposta a un’eventuale rottura. Se la lucertola viene catturata, contrae certi muscoli caudali e subito la coda si stacca. Non solo. La codina, con grande energia, continua ad agitarsi così che il predatore resta confuso e intanto la vera preda, senza coda, rapidissima si rifugia in un provvido buco di muro. La coda, ricrescerà, anzi, a volte ne crescerà più d’una.

In difesa del territorio. Ma non è tutto. I maschi di lucertola sono territoriali. Un’estate ho seguito le contese tra due individui. Si minacciavano, ai confini del loro territorio, con palese atteggiamento intimidatorio: rigidi, perpendicolari l’uno all’altro, gonfiavano la gola e comprimevano i fianchi. Se non bastava, s’impegnavano in zuffe tremende. Simili rituali sono parte anche del comportamento sessuale; anzi, gli studiosi, per riconoscere se una femmina è stata fecondata, cercano sul corpo tracce dei morsi ricevuti Anche le femmine hanno un curioso comportamento. Quando sono pronte per essere fecondate, se incontrano un maschio, “segnano il passo”, cioè camminano stando ferme. È un comportamento conflittuale: la paura le farebbe fuggire, la motivazione sessuale invece le trattiene.