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 2015  agosto 28 Venerdì calendario

OLD MAN

«Bolt, in privato, mi chiama “old man”, “uomo anziano”. Gliela farò vedere, appena ci ritroviamo...» (Justin Gatlin).

2017 «I miei sponsor vorrebbero continuassi fino ai Mondiali di Londra 2017, il mio coach mi ha già detto che me lo concederà solo se sarò molto concentrato. Vedremo» (Usain Bolt).

13 «Ho chiesto subito la maglia numero 13 perché Nesta era il mio idolo. Ho pensato a lui, non al fatto che avrei aggiunto altre responsabilità» (Alessio Romagnoli).

10 «La mia maglia adorata è sempre stata la 8, quella di Mjiatovic e Savicevic quando ero piccolo; oppure la 35 che avevo al Partizan e che ho inizialmente preso qui perché l’altra era occupata. Bene, il giorno della mia ufficializzazione decido di provarci: chiedo al team manager Andrea Romeo, al club manager Stankovic che per me è come un fratello maggiore e a Javier Zanetti se è possibile un cambio di maglia. La 10 è libera, posso averla io? Me l’hanno data: un sogno» (Stevan Jovetic).

52 «Il Mondiale non è ancora andato, ma è chiaro che 52 punti da recuperare sono abbastanza. Però io continuo a crederci e quindi continuerò a spingere. Sono un po’ di gare che mi sento meglio sulla moto. Ho anche cambiato il mio stile e il risultato è che il gap si è ridotto» (Marc Marquez).

SCAPPARE «Se uno guarda la MotoGP da 2-3 anni magari può dire che Lorenzo vince solo quando scappa, ma a Silverstone 2013, per esempio, ho vinto lottando con Marc. Se fai una grande partenza e hai un ottimo ritmo, perché non sfruttare questa forza?» (Jorge Lorenzo).

STORTARSI «Questa Vuelta per me è partita a rilento anche perché sono caduto e ho faticato a trovare il ritmo migliore. Ho avuto problemi di schiena. Quando cadi è inevitabile che finisci un po’ per “stortarti”, che la schiena ne risenta. Ero un po’ fuori asse, poi l’osteopata della squadra mi ha rimesso in equilibrio. Però ci vuole qualche giorno per recuperare» (Fabio Aru).

NOSTALGIA «Ci sono tanti allenatori che insegnano la tecnica. Il problema del volley moderno non è la tecnica, i giocatori di oggi sono anche più tecnici di quelli di una volta. Io non sono un nostalgico, uno di quelli che dice che una volta era meglio. In nessuno sport tutto resta com’è, lo sport evolve e tutto il resto è solo nostalgia» (Julio Velasco).