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 2015  agosto 28 Venerdì calendario

SVOLTA STORICA PER IL FONDO MONETARIO

C’è un’istituzione storica, a Washington, di fronte a scelte vitali. È il Fondo monetario internazionale, l’istituzione sovranazionale alla quale il sistema di Bretton Woods aveva affidato il compito di lavorare per la stabilità finanziaria delle economie di mercato dopo la seconda guerra mondiale. Durante gli ultimi mesi della crisi greca, nella quale l’Fmi è intervenuto sin dall’inizio nel 2010, si è differenziato dagli altri creditori per le dichiarazioni e per il rifiutarsi di partecipare al terzo programma di aiuti ad Atene se il peso del debito ellenico non sarà reso più sostenibile. Ci sono, per questa scelta, ragioni di statuto che non gli consentono di prestare denaro che potrebbe perdere. In realtà, la motivazione più forte sta nel fatto che gli azionisti non europei del Fondo — in particolare India, Brasile e Cina — sono irritati per l’intervento dell’istituzione guidata da Christine Lagarde in Grecia: ritengono che l’Fmi non avrebbe mai preso rischi così alti in Paesi poveri, se cioè non fosse mosso da un approccio che privilegia l’Europa e gli Stati Uniti. Ashoka Modi, un economista che ha lavorato all’Fmi, ritiene che il Fondo sia stato “servile ai suoi maggiori azionisti”, cioè a europei e americani. Questione tutta politica. Quando è intervenuto da protagonista nella crisi greca, l’Fmi era guidato da Dominique Strauss-Kahn che in quei giorni, prima dello scandalo che l’ha travolto, stava preparando la sfida per diventare presidente francese e vedeva nel suo ruolo centrale, e generoso, nel salvataggio greco un obiettivo che lo avrebbe molto avvantaggiato. Kenneth Rogoff, che è stato capo economista dell’Fmi, ritiene che la vicenda greca e la politicizzazione che ha portato nel Fondo spingerà i Paesi emergenti a pretendere che il prossimo managing director non sia più un europeo, come lo è sempre stato (sulla base di un accordo non scritto sulla base del quale agli Stati Uniti va la guida della Banca mondiale e all’Europa quella dell’Fmi).
Presa di distanza. Il processo per la scelta di chi sarà la prossima guida del Fondo inizierà formalmente la prossima primavera per arrivare a una decisione in estate. La signora Lagarde sta già preparandosi per ottenere un secondo mandato e per questo segnala di volere prendere le distanze dalla questione greca. Ma le sarà difficile impedire la svolta, che la guida dell’importantissima istituzione passi a un Paese emergente. Anche a Washington, la coda lunga della crisi ellenica si fa sentire.