Michele Serra, la Repubblica 28/8/2015, 28 agosto 2015
CORSIVI
Ce l’avevo quasi fatta: ero riuscito a NON cliccare sul video del miserabile che ammazza a revolverate due suoi ex colleghi. Poi i telegiornali della sera si sono incaricati di seppellire questo mio inutile gesto di rispetto. Ci vorrebbero i riflessi di un pistolero per spegnere o cambiare canale in tempo utile, prima che il sogno di un criminale (farsi vedere da tutti, dunque anche da te) si realizzi anche grazie a te.
Tecnicamente, la verità è questa: siamo noi i mandanti del narcisismo paranoico che arma le persone come quel tizio. Senza pubblico, loro non esisterebbero. E forse non premerebbero nemmeno il grilletto. Ecco un bel nodo da sciogliere, per il nostro futuro: da pubblico indifeso, permeabile a ogni porcheria, a ogni immagine forte, dovremmo diventare un pubblico agguerrito, in grado di oscurare ciò che merita di esserlo. Ma non sappiamo come. Né – va detto – chi manovra i media è molto più avvertito di noi, più avanti di noi. Chi manovra i media è solamente capace di contare il numero dei clic, dunque il numero dei clienti. È dunque lui che aspetta da noi un segnale di maturità. Provare a darglielo vuol dire non cliccare più sui gattini in pericolo, sulle tette in mostra, sul sangue da esibizione. E spegnere i telegiornali incapaci di interrompere il circolo vizioso. È un sogno anche questo, lo so: ma ognuno ha il suo.