Gia.Gal., La Stampa 28/8/2015, 28 agosto 2015
IL DECALOGO DEL PRETE INNAMORATO
Né trasandati, né troppo profumati, né carrieristi, raccomanda il decalogo del sacerdote «doc» pubblicato dalla congregazione dei Dehoniani. All’epoca del Papa della sobrietà e della vicinanza agli ultimi, un prete non deve «sgomitare troppo» o farsi prendere da «insensata fregola» di diventare vescovo o cardinale. No all’uso eccessivo dei social network, a un abbigliamento che ostenta il lusso, a effluvi di profumi, a frequentazione di locali raffinati e all’ultima moda. L’abito non fa il monaco ma la forma è anche contenuto. Attenzione, quindi, alla pigrizia, all’eccesso di zelo, alle piccole invidie, alle gelosie, alle competizioni: sentimenti che i «don» fanno fatica a confessare. E se un sacerdote si innamora? Il primo passo è quello di non nascondersi: dare un nome ai sentimenti permette di avere la chiarezza indispensabile per i passi successivi.
«Se il sentimento è confuso, il nome non potrà essere subito chiaro e preciso». Capire se è vero amore richiede la pazienza di un racconto e lo spazio di una libera confidenza in cui deporlo. Soltanto uno spazio libero e gratuito favorisce il racconto di sè e crea quel minimo di quiete indispensabile per operare una scelta precisa.I sentimenti vanno esternati. Sos, infine, per l’eccessivo carico burocratico.