www.cinquantamila.it/fiordafiore 28/8/2015, 28 agosto 2015
Migranti morti in un furgone abbandonato in un’autostrada austriaca • Gabrielli affiancherà Marino • Dopo la sparatoria in diretta tv l’America si interroga sulle armi • Il giocatore della Nazionale di rugby che si fa prete Migranti Sull’autostrada Budapest-Vienna, nella piazzola di Parndorf a 40 chilometri dalla capitale austriaca, è stato trovato un camion abbandonato
Migranti morti in un furgone abbandonato in un’autostrada austriaca • Gabrielli affiancherà Marino • Dopo la sparatoria in diretta tv l’America si interroga sulle armi • Il giocatore della Nazionale di rugby che si fa prete Migranti Sull’autostrada Budapest-Vienna, nella piazzola di Parndorf a 40 chilometri dalla capitale austriaca, è stato trovato un camion abbandonato. Avrebbe dovuto trasportare pollame, invece dentro è stata trovata una cinquantina di cavaderi di migranti. Dice l’ufficiale Hans Peter Doskozil: «Venti, quaranta, forse cinquanta. Non sappiamo dire quanti sono, perché molti corpi erano già in decomposizione». Caricati al confine con la Serbia e destinati ad andare in Germania, i migranti sono morti senza poter respirare, mangiare e bere. Avevano pagato il loro viaggio duemila euro a testa. Forse il camion che li aveva caricati è incappato in una delle lunghe colonne che in questi giorni si formano alle dogane: i controlli sono più lenti che accurati, i Tir stanno fermi anche dieci ore. Il mezzo del finto pollame apparteneva a una società del ministro delle Finanze ceco, Andrej Babis, ma l’anno scorso era stato venduto assieme ad altri sei e «gli acquirenti - comunica il politico - non hanno mai provveduto a togliere dalle fiancate i marchi della nostra azienda». Immatricolato da un rumeno in una cittadina dell’est ungherese, risulta abbia già percorso più volte l’autostrada nell’ultimo mese, probabilmente per altri clandestini. Casi simili si moltiplicano. A Reske, sulla frontiera serba, una pattuglia ha bloccato un minivan con sopra tredici siriani (alla guida due belgradesi: un bambino aveva la febbre alta, una donna è finita in ospedale per un’infezione. Martedì, la polizia austriaca ha salvato per caso una trentina d’afghani nel doppiofondo d’un autoarticolato da sette tonnellate e incarcerato i tre passatori ungheresi. Roma Il Consiglio dei ministri ha deciso: niente scioglimento per mafia del Comune di Roma, ma affidamento al prefetto Franco Gabrielli di «indicare - dice Alfano - insieme al sindaco gli interventi da fare su alcuni dipartimenti» come verde, immigrazione, campi nomadi, gare e acquisti. In più, saranno controllati affidamento dei lavori, il contratto di servizio dell’Ama (azienda dei rifiuti), i dirigenti capitolini, con la possibilità di rimuoverli. Dunque Marino, da oggi, è affiancato nella gestione amministrativa. Sul Giubileo, il prefetto avrà il «coordinamento operativo» tra Comune e Regione. Sugli appalti, vigilerà l’autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone: è il modello Expo, già sperimentato a Milano. Le procedure saranno semplificate: gare a evidenza pubblica, ma con tempi più ristretti «per fare in tempo entro dicembre». Mentre il ministro Alfano e il sottosegretario De Vincenti annunciavano tutte queste cose, il sindaco Marino è ancora in vacanza negli Stati Uniti, ma da là fa sapere di essere «soddisfatto per le decisioni del governo». Armi/1 Dopo l’uccisione in diretta della giornalista Alison Parker e del cameraman Adam Ward, I supermercati Walmart (4.600 punti vendita negli Stati Uniti) annunciano che sospenderanno la vendita di fucili d’assalto. Ma prima dovranno smaltire le scorte di armi in magazzino e tengono a far sapere che la decisione è stata presa perché c’è un calo delle vendite e non perché si stanno moltiplicando sempre più stragi commesse da folli armati. Obama, al quindicesimo discorso che è stato costretto a fare dopo una strage, torna a chiedere che «il Congresso approvi una stretta sulle armi»: «Ciò che sappiamo è che il numero delle persone che muoiono per delitti legati alle armi in questo Paese surclassa quelle uccise dal terrorismo». Armi/2 Negli Stati Uniti in 238 giorni si sono registrate 247 sparatorie che hanno causato almeno quattro tra morti e feriti. In sette mesi su otto c’è almeno un giorno in cui si registrano quattro sparatorie di massa, mentre ad aprile e agosto ci sono stati picchi di cinque episodi in un solo giorno. Secondo l’osservatorio Gun Violence Archive, nel 2015 gli incidenti con le armi da fuoco in Usa sono stati 33.293, sono 8.514 le persone che hanno perso la vita, 17.361 i feriti, 486 i bambini da zero a 11 anni morti o feriti, e 1.687 quelli tra 12 e 17 anni. Sono 2.889 i rappresentanti delle forze dell’ordine coinvolti in tali episodi, ammontano a 1.225 gli episodi accidentali, mentre sono appena 782 i casi di ricorso alle armi per difesa personale (Semprini, Sta). Armi/3 Vester Flanagan, l’assassino della giornalista e del cameraman, nel documento-manifesto spedito all’emittente Abc ha cercato di collegare il suo gesto al massacro nella chiesa di Charleston. In effetti ha acquistato due pistole un paio di giorni dopo quel massacro perché, ha spiegato, voleva agire come un angelo vendicatore, per punire i razzisti. L’uomo ha detto di aver subito mobbing e bullismo dai suoi colleghi perché nero e omosessuale, fin da 2000 consultava avvocati e tentava azioni legali. L’emittente WDBJ7, quella delle due vittime, lo ha licenziato perché, oltre a non essere molto capace, era minaccioso nei confronti dei colleghi. La direzione era stata costretta a scrivere una lettera di richiamo e un invito a curarsi e a essere più professionale: «Era un registratore umano e non un reporter». Tutto inutile: nel febbraio 2013 hanno interrotto il contratto. Per portarlo fuori dall’ufficio dovette intervenire la polizia. Flanagan a uno dei dirigenti, Dan Dennison, in quell’occasione diede piccola croce in legno dicendo: «Ne avrai bisogno». Seminario Ruggero Trevisan, 25 anni giocatore di rugby nella Benetton Treviso e nella Nazionale, lascia lo sport per entrare in seminario. Fino a quattro anni fa non era credente. «Nemmeno cresimato. Capirài, da ragazzino a San Donà ero preso solo dagli allenamenti. Finita la scuola correvo a giocare, felice. Figuriamoci se c’era tempo per il catechismo». Poi, nel 2011, un incontro casuale con amici di Comunione e Liberazione: «Rimasi molto colpito dal rapporto che c’era tra di loro, dall’interesse profondo che avevano per le persone. E quando tornai al club mi misi in contatto con qualcuno del movimento. L’anno successivo ho lasciato la mia ragazza. Niente di traumatico. Semplicemente, stavo cercando qualcosa di diverso. Continuavo a comportarmi da professionista, mi allenavo seriamente e in partita cercavo di dare il massimo. Ma lontano dal terreno di gioco ho cominciato a fare volontariato. Ad occuparmi di giovani. Orfani, ragazzi passati attraverso esperienza fallimentari di adozioni». Così l’annuncio: prima al direttore sportivo della sua squadra, per dirgli che avrebbe rinunciato ad un altro anno di contratto. E poi ai compagni di squadra, in spogliatoio: «Mi faccio prete». Della conversione dice: «Come un placcaggio che ti toglie il fiato, e ti fa ripensare a tutto» (Calandri, Rep).