Paolo Ianieri, Gazzetta della Sport 27/8/2015, 27 agosto 2015
LORENZO
Jorge Lorenzo è… «un ragazzo felice. E sereno. È un bel momento della mia vita, sotto tutti gli aspetti. Non mi manca niente. Perché tutti facciamo errori, una vita perfetta non esiste, non c’è mai stata, né esisterà. Così non ha senso avere pentimenti. Piuttosto è importante apprezzare il presente, le cose che hai. E questa mia giovinezza , le esperienze che sto facendo, sono incredibili». Visto da lontano, Jorge Lorenzo appare un personaggio difficile, un po’ burbero, ombroso, poco spontaneo, difficile da avvicinare. In realtà, dietro un carattere diffidente per i tanti ostacoli che la vita gli ha riservato, il campione della Yamaha è l’opposto. Non avrà la battuta di Valentino Rossi o la faccia da simpatica canaglia di Marc Marquez, ma di sicuro lo Jorge di oggi è un ragazzo di 28 anni senza troppi filtri, sincero nel mostrare le emozioni. Che alla vigilia del weekend nella «sua» Silverstone racconta una stagione che sta entusiasmando i tifosi.
Jorge, ci sono volute quattro gare per recuperare un punto a Rossi. Vuol dire che…
«Che non puoi permetterti un brutto weekend in cui finisci 4°-5° o cadi. Devi sempre provare a salire sul podio come ha fatto Vale. Senza quello, alla fine vincere 5 gare può non bastare».
Correre un Mondiale tanto equilibrato pesa?
«No. Non ho pressione perché so di lottare contro uno dei migliori, se non il migliore, della storia. Che a 36 anni è ancora al massimo livello. L’ho detto e lo ripeto, Valentino è un esempio per tutti. Ma ho fiducia nelle mie possibilità a livello di velocità, concentrazione, regolarità. So di avere le mie carte da giocare».
Rossi ha detto che questo è il Mondiale più difficile per gli avversari che si trova di fronte.
«Sì. Anche se non c’è Stoner. Con Casey sarebbe stato ancora più difficile. Anche con Marco (Simoncelli; n.d.r. ), pilota molto aggressivo e altrettanto veloce. Ma con Marc, Vale in questo stato di forma e Dani che quando tutto gli va bene è irraggiungibile, devi dare il meglio di te in ogni circostanza, su ogni pista, a ogni giro».
Nelle sue 5 vittorie, lei è sempre partito in testa ed è andato in fuga. Lorenzo sa vincere solo così?
«Se uno guarda la MotoGP da 2-3 anni magari può dire che Lorenzo vince solo quando scappa, ma a Silverstone 2013, per esempio, ho vinto lottando con Marc. Se fai una grande partenza e hai un ottimo ritmo, perché non sfruttare questa forza? Tutte le mie 4 vittorie in 125 le ho conquistate con la battaglia, molte anche in 250, in MotoGP a Jerez 2010 ero a 4” da Pedrosa e Valentino, li ho recuperati, li ho passati e ho vinto».
La differenza con Rossi: lei spesso parte subito da un ottimo assetto di base, lui deve rincorrere.
«Non è sempre così. Ad Austin, Argentina e Olanda, Vale è sempre stato superiore tutto il weekend. Però è vero che sulle piste dove ho vinto sono sempre partito più competitivo di lui».
Siete a pari punti. Cosa deciderà il Mondiale?
«Un errore, la sfortuna, come a me con il casco in Qatar, la rottura di un motore, un pilota che ti tira giù. Ma anche la consistenza e la velocità. Si deve tenere conto di tutto. Davanti abbiamo 7 gare, 7 warm up, 7 qualifiche, molte prove. E non c’è ancora stato un GP con la pioggia».
È la seconda volta che lei e Rossi vi giocate il Mondiale. La prima, nel 2009, è andata a Valentino.
«Non abbiamo ancora il titolo assicurato. Magari Marquez vince tutte le gare e il campione è lui. Però realisticamente penso che il Mondiale sarà tra me e Valentino, abbiamo molte, molte possibilità più di Marc. Mi piacerebbe arrivare a Valencia già campione o con un vantaggio grande. Però sono il primo a sapere che sarà difficile, ci saranno piste dove Valentino sarà più veloce e altre dove sarò io quello da battere. Alla fine, è probabile che ci giocheremo tutto a Valencia».
Marquez può essere un alleato per lei o per Vale?
«Nelle ultime due gare io e lui abbiamo dimostrato di essere più veloci di Vale, se continua così può essere un alleato. Se i risultati saranno come a Indy e Brno, il campione sarò io».
Cosa le sta insegnando Rossi in questo momento?
«La voglia. Di crescere, di lavorare, di imparare dagli altri piloti. Questa umiltà è un esempio per me, Marquez, Pedrosa, tutti. Storicamente un pilota di 36 anni non ha mai lottato per il titolo».
La sorprende vederlo giocarsi il campionato?
«No. Io penso che lui creda nell’opportunità di vincere il 10° titolo e farà di tutto fino alla fine».
Sarà la sua ultima vera occasione?
«No. Un anno non cambia le cose, se è andato forte quest’anno potrà farlo anche nel 2016».
Tanti vogliono il 10° titolo di Rossi. Le dà fastidio?
« Valentino ha fatto una carriera incredibile come nessun altro e mediaticamente l’ha saputa gestire molto bene. Ha tanti fans, non solo in Italia, ed è chiaro che per molti sarebbe importante se lui vincesse. Ma ogni pilota deve pensare a se stesso, migliorare in pista e fuori, ed è quel che sto provando a fare».
Dopo Silverstone c’è Misano. Pronto ai fischi?
«Per me è solo positivo. È il rispetto, la paura che hanno i tifosi di Valentino che vedono in me un rivale forte. È solo questo. Se finissi 10°, 7° o 5° non avrebbero paura e mi ignorerebbero».
È vero che si è offerto alla Ducati?
«Falso. Secondo lei, un pilota che lotta per il Mondiale si offre? O lo vengono a cercare?».