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 2015  agosto 27 Giovedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 68

(Il Regno)

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SAN PAOLO IL TESSITORE E GLI APOSTOLI –
Paolo. Paolo, che in ebraico si chiamava Shaul, come cittadino romano aveva il nome Paolus, che vuol dire piccolo.
Luca. Secondo una tradizione, Luca era un siriano di Antiochia, ma forse era macedone perché aveva incontrato Paolo in un luogo tra Europa e Asia e fu la sua guida in Macedonia.
Ebreo. Paolo da giovane era un ebreo molto religioso. I suoi genitori, ricchi commercianti di Tarso, volevano che diventasse rabbino e lo avevano fatto studiare da Gamaliele, grande maestro fariseo di Gerusalemme. Devoto fino al fanatismo, era sempre in prima fila a sorvegliare e denunciare i seguaci di Cristo.
Zeus. Paolo e Timoteo a Listra, in Licaonia. Paolo guarisce un paralitico, gli altri abitanti della città si gettano faccia a terra convinti che si tratti di Zeus accompagnato da Ermes. Quando scoprono che venera un altro dio, lo lapidano e abbandonano mezzo morto in un fosso.
Christós. Sotto la guida di Paolo le conversioni si moltiplicano. I seguaci di Christós si danno il nome di christianoí.
Insonnia. Siccome Paolo aveva detto: «Vegliate in ogni momento», alcuni cercavano di non dormire più e a causa dell’insonnia avevano visioni.
San Paolo. Secondo i critici più severi, almeno due terzi delle lettere sono stati scritti proprio da San Paolo.
Tessitore. Paolo si manteneva nelle varie città in cui andava facendo il tessitore. Tesseva la tela con cui si fabbricavano vele e sacchi.
Corinto. Paolo a Corinto con la sua predicazione fece infuriare gli ebrei, maledisse la loro stirpe e dichiarò che avrebbe aperto una sua scuola dove predicare la resurrezione di Gesù proprio accanto alla sinagoga. Legato mani e piedi, fu portato al proconsole Gallione, fratello di Seneca, che lo rimandò a casa.
Giacomo. Giacomo, fratello di Gesù, diventato capo della chiesa di Gerusalemme dopo la dispersione degli apostoli. Secondo la descrizione del vescovo Eusebio di Cesarea: «Fu santo fin dal grembo materno, non bevve mai vino né altra bevanda inebriante, non mangiò mai nulla in cui ci fosse stata vita. Sul suo volto non passò mai il rasoio. Non si ungeva con olio e non faceva mai il bagno. Non metteva vesti di lana, ma di lino. Entrava da solo nel Tempio e si tratteneva a pregare così a lungo che le sue ginocchia erano diventate callose come quelle di un cammello».
Ultima cena. La casa dove si svolse l’ultima cena, a Gerusalemme, era di una donna di nome Maria, che aveva un figlio di nome Giovanni Marco, cioè Yohanan (il nome maschile più diffuso) cui aveva aggiunto, perché così usava, il romano Marcus. La tradizione dice che questo Yohanan Marcus è l’autore del Vangelo noto con il nome di Marco.
Discepoli. I primi quattro discepoli erano Simone, che sarebbe diventato Pietro, suo fratello Andrea, quindi Giovanni e suo fratello Giacomo detto, poiché era il più vecchio, “il Maggiore”: tutti e quattro facevano i pescatori sul lago di Tiberiade prima di abbandonare ogni cosa.
Tuono. Gesù chiamava Giacomo e Giovanni Boanerghés, figli del tuono, per il loro carattere irruento. Luca racconta che un giorno Giovanni se la prese con un uomo che scacciava demoni invocando il nome di Gesù pur non facendo parte dei discepoli. Voleva denunciarlo, ma Gesù gli disse di lasciarlo stare: «Chi non è contro di noi è per noi».
Giovanni. Tertulliano afferma che all’epoca della persecuzione di Nerone, anche Giovanni, come Pietro e Paolo, era a Roma. Subì il martirio: fu gettato in una vasca piena d’olio bollente. Ma riuscì a sopravvivere. Secondo la tradizione, durante i suoi viaggi non si separava mai da Maria, la vecchia madre di Gesù.
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 17/8/2015