Alex Saragosa, il Venerdì 21/8/2015, 21 agosto 2015
IN AUSTRALIA FA COSÌ CALDO CHE I DRAGHI BARBUTI CAMBIANO SESSO
Sembravano proprio femmine, e invece erano maschi. Parliamo di un certo numero di draghi barbuti (Pogona vitticeps), lucertoloni australiani lunghi fino a 80 centimetri, con una «barba» di squame sotto il mento. Questa barba è al tempo stesso una riserva di grasso e un ornamento da esibire per sembrare più grossi in caso di minaccia o, nei maschi, per attirare le femmine. Dal 2003 a oggi un gruppo di ricercatori diretti dall’ecologa Clare Holleley, dell’Università di Canberra, ha portato in laboratorio 131 draghi barbuti selvatici per studiarne il comportamento. E di recente, come hanno annunciato in un articolo su Nature, hanno fatto una scoperta sorprendente: undici delle femmine che, in questi anni, si erano comportate sempre come tali, arrivando anche ad accoppiarsi e deporre uova fertili, erano geneticamente dei maschi.
«Diciamo subito che la determinazione del sesso nei rettili è piuttosto complicata» ci avverte Antonio Romano, erpetologo dell’Istituto di biologia agroambientale e forestale del Cnr e consigliere della Societas Herpetologica Italica. «In molte specie, fra cui lo stesso dragone barbuto, il sesso dipende dai cromosomi, come nei mammiferi. In altre, maschi e femmine hanno gli stessi cromosomi, e la differenza la fa quindi la temperatura a cui sono incubate le uova, che decide il sesso facendo crescere o diminuire la produzione di ormone estrogeno». Questo accade, per esempio, nella comune testuggine domestica: se durante l’incubazione delle uova la temperatura resta sotto i 30 gradi, nascono quasi solo maschi, sopra i 33 gradi nascono quasi solo femmine, mentre fra i due limiti si hanno proporzioni intermedie.
«Lo studio australiano sul Pogona vitticeps ha però scoperto, per la prima volta in vertebrati diversi da pesci e anfibi, che nei rettili la temperatura può cambiare persino l’azione dei cromosomi sul sesso: 11 delle femmine del campione erano infatti geneticamente maschi, ma in fase embrionale avevano cambiato sesso, a causa di temperature di incubazione delle uova particolarmente alte». Queste, probabilmente, hanno fatto produrre così tanto estrogeno nell’uovo da femminilizzare persino un embrione con i cromosomi maschili.
Ma perché in tanti rettili il sesso viene determinato dalla temperatura? «È una strategia evolutiva di adattamento che offre vantaggi a seconda delle situazioni. Dato che le alte temperature inducono lo sviluppo di embrioni più grandi, in alcune specie è conveniente che ad alte temperature nascano maschi, per esempio coccodrilli avvantaggiati nei combattimenti, in altre specie femmine, per esempio testuggini che possano contenere più uova. In climi variabili, l’alternanza delle temperatura garantisce un buon equilibrio fra i sessi».
Nel caso australiano pare che questo meccanismo, complice il cambiamento climatico, stia producendo invece una sorta di «effetto valanga»: non solo i dragoni transgender producono più uova, ma, come Holleley ha scoperto in laboratorio, per far cambiare sesso ai loro figli maschi sembra bastino temperature di incubazione più basse rispetto ai figli di «vere femmine». Via via che le temperature medie si alzano, quindi si rischia di assistere a una progressiva rarefazione dei maschi di Pogona vitticeps. E in effetti la percentuale di draghi barbuti «transex» è risultata del 6,7 per cento fra quelli nati nel 2003, del 13,6 in quelli del 2004 e del 22,2 per cento in quelli del 2011. «Finora si pensava che i rettili fossero tra gli animali quelli che stavano resistendo meglio al surriscaldamento» conclude Romano. «Ma forse l’impatto è più grave di quanto si pensasse».