Pietro Veronese, il Venerdì 21/8/2015, 21 agosto 2015
IL TRAFFICO MONDIALE DEI BABY CALCIATORI
Ricomincia il campionato di serie A e tutti a incrociare le dita sperando di non dover leggere notizie di partite comprate e vendute, calcioscommesse e altri degradi. La cosa più brutta è che queste nefandezze non sono circoscritte bensì trasversali, come dimostrano le vicende che hanno travolto i vertici della Fifa e il mese scorso il traffico intercontinentale di baby calciatori riferito dalla Bbc. Una storia particolarmente disgustosa perché coinvolge Paesi poverissimi – dalla Liberia al Laos – con lo scopo di lucrare sulla pelle di ragazzini minorenni, portandoli ad avere un valore di mercato raggiunto a costo zero, per poi rivenderli ad altre società.
Il caso riguarda 23 giovanissimi liberiani, irretiti da un giocatore loro connazionale in combutta con una squadra laotiana, il Champasak United. Convinti ad affrontare il viaggio col miraggio di uno stipendio di 200 dollari, l’iscrizione a un’accademia di calcio e un futuro nel mondo del pallone, si sono ritrovati col passaporto sequestrato, costretti a dormire ammassati per terra in uno spogliatoio, privati di tutto a cominciare dalla paga. Insomma schiavi. Dopo alcuni mesi, la Fifa ha ottenuto che la maggior parte dei ragazzi potesse rientrare nel Paese d’origine. Ma al momento in cui la Bbc ha raccontato la vicenda sei di loro erano ancora in Laos.
Il più giovane dei 23 infelici è appena quattordicenne. A scoprire il racket è stata un’indagine della FifPro, sindacato mondiale dei calciatori sul cui sito fifpro.org se ne può leggere la ricostruzione. Attenzione, dicono al sindacato: potrebbe non essere un caso isolato, ma solo uno fra tanti.