Gian Luigi Paracchini, Style 9/2015, 25 agosto 2015
L’OFFICINA DELL’ATTORE
[Giorgio Berruti]
Ammesso che «donne e motori» sia una tipologia maschile ancora attuale, attenzione nell’accostarla a Giulio Berruti, 31 anni a fine mese, attore di belle fattezze e belle speranze. Vero infatti che Tutte lo vogliono, come recita il suo film in uscita il 17 settembre (regia di Alessio Maria Federici, con Vanessa Incontrada, Enrico Brignano e Michela Andreozzi che è anche tra gli sceneggiatori), e che appena può l’attore restaura vecchie moto, ma il suo marchio è la versatilità: dentista, modello, habitué di mercatini vintage, cultore d’arti marziali. Padre chirurgo, madre Avvocato di Stato, un fratello maggiore a sua volta avvocato, Giulio nel suo passato recitativo ha incrociato registi importanti come Luca Guadagnino e Peter Greenaway, ha cantato e ballato nel musical Holiday! a Londra, ma ha trovato la notorietà in televisione con La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa accanto a Sarah Felberbaum.
Titubanze nello scegliere la strada (professionale) maestra? Un po’ sì, perché non c’è niente che abbia fatto di malavoglia. Non ne sarebbe capace, assicura.
Così ha vinto il set e ha perso la sua laurea in Odontoiatria e protesi dentaria con specializzazione in Ortodonzia.
«All’inizio ho tenuto il piede in due scarpe ma essendo perfezionista ho capito che non poteva funzionare. Così, quando un paziente con problemi a un incisivo mi ha telefonato sul set ho deciso di mollare».
E la storia delle moto com’è cominciata? E perché non è finita?
«La moto l’ho dentro fin da piccolo. Ho detto “brum-brum” prima di “mamma”. Mi piace smontarle e rimontarle (come ho fatto con tutti gli elettrodomestici di casa), adoro il rumore dei motori e poi l’estetica: la moto è una scultura in metallo, plastica, gomma, che si cavalca».
In che cosa consiste la sua attività-passione di restauratore?
«Nel recuperare vecchie moto, anche catorci, anni Settanta tipo Bmw R100, Honda della serie Four, Yamaha Xc e rimetterle in vita nell’officina che divido con il mio amico Andrea. Restauri non da manuale, ma creativi secondo la tradizione «Café racer» (motociclette sottoposte a una serie di modifiche estetiche che aumentano soprattutto la loro aggressività, ndr) per due ruote sportive, rétro, trasformate in pezzi unici. Siamo come sarti che cuciono abiti su misura».
A proposito, come le piace vestirsi? Ha un filone preferito e magari un oggetto di cui va particolarmente fiero?
«Avendo un cuore da motociclista, amo il casual perché è molto più pratico, ma nelle occasioni giuste scelgo un completo sartoriale con una camicia ben fatta. Adoro certi pezzi vintage, come il giaccone scamosciato Avirex indossato da Rocky-Sylvester Stallone mentre si allena: l’ho cercato tanto e alla fine l’ho trovato a New York».
E il capo iconico del guardaroba da cui non si separerebbe mai?
«La giacca di mio nonno Luigi. L’aveva quando mi teneva in braccio e sa ancora della sua acqua di colonia: profuma di casa, di sicurezza».
Tempo fa si è definito un maschio alfa, per donne cui piace il gioco duro... Conferma?
«Volevo dire che sono passionale e che in certi contesti può esserci una lotta condivisa, magari anche un paio di schiaffi. Al massimo eh? Non sono tipo da frustini di cuoio».
Immaginiamo pronto a condividere (e ricevere) pure gli schiaffi...
«Perché no? La passione è passione. In fondo, uno schiaffo nel gioco amoroso non è il contraltare, e spesso il preludio, a una carezza e a tanta dolcezza?».
Come la mettiamo con le sue fans, «Le Berrutine»: carezze o schiaffoni?
«Le Berrutine sono ragazze cui sono molto riconoscente perché mi seguono in tutto quello che faccio, ne parlano sul web e io interagisco con loro con grande piacere. Non sono come certi colleghi che fanno scrivere i loro segretari».
Leggenda dice che abbia avuto molte fidanzate e infranto cuori da Oscar (Jennifer Lawrence, ndr), ma in questo momento è libero?
«Dico solo che ho una ragazza da un anno e mezzo, si chiama Sole, studia Economia dei beni culturali, è un po’ più piccola di me. È romana, ma sta a Milano. Io bilancia, lei cancro; un astrologo mi ha detto che andremo avanti per un bel pezzo».
Qual è il personaggio dello spettacolo che l’ha più impressionata?
«Matthew McConaughey per umanità, semplicità e la paura di non essere all’altezza tipica dei grandi attori. Tanti mi hanno deluso, ma non mi va di fare nomi».
Come mai pratica arti marziali, le piace fare a cazzotti?
«Pratico Mma, Mixed Martial Arts in gabbia, con diversi stili di combattimento, alcuni antichi di secoli. Rilassa, aiuta a concentrarsi, libera dalle tossine. Ho picchiato soltanto una volta, ma perché ero stato provocato e colpito. Ho dovuto difendermi».