Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/8/2015, 25 agosto 2015
PERISCOPIO
Bertinotti: «La Sinistra italiana è morta». E anche lui ormai da un pezzo non si sente tanto bene. Gianni Macheda.
Tassinaro romano trova nel suo taxi una borsa scippata a un pensionato, e la restituisce al legittimo scippatore. Amurri & Verde, News. Mondadori. 1984.
Ma è sicuro Renzi che il problema del Pd sia chi e come comunica, e non che cosa? Marco Travaglio. Il Fatto.
La situazione è tesa, ma i numeri sono appena più alti dello scorso anno: al 13 giugno 2014 avevamo accolto 53.827 persone. Al 13 giugno 2015 siamo a 57.167. Numeri sostanzialmente simili. Senza contare che le persone che sono ferme nelle stazioni hanno un biglietto per lasciare l’Italia: il blocco di qualche giorno di Schengen li sta tenendo fermi qui, ma per loro non è l’Italia la destinazione. Il tempo della campagna elettorale è finito: noi stiamo aprendo un fronte in Europa difficilissimo, mi piacerebbe che l’intero sistema istituzionale, compresi i governatori leghisti, facesse il tifo per l’Italia. Matteo Renzi (Maria Teresa Meli). Corsera.
Ai tempi di Tangentopoli, Pier Camillo Davigo mi raccontò un aneddoto: «Se io invito a casa un amico e vedo che si porta via l’argenteria, io non aspetto la sentenza passata in giudicato per non invitarlo più a pranzo». Ecco, con il sistema normativo che abbiamo in Italia, se io mi accorgo che un determinato dirigente non fa bene il suo lavoro o è corrotto, non posso fare nulla, lo devo tenere, è arduo persino trasferirlo. Dovendo aspettare la sentenza definitiva lo devo continuare a invitare a pranzo. L’unica cosa che posso fare è farlo mangiare in un’altra stanza, ma la tavola gliela devo sempre apparecchiare con l’argenteria. Prenda tutti i burocrati indagati per Mafia Capitale: sono ancora dirigenti del Comune, anche se non nello stesso posto dove avrebbero commesso gli illeciti. Alfonso Sabella, magistrato, assessore alla legalità in Comune di Roma (Giovanna Vitale). la Repubblica.
In politica, invece delle noiose e poco condivise medicine, le pillole per crescere e diminuire di statura, le fughe dei bianconigli, gli affollatissimi tè del cappellaio pazzo. Siamo all’entropia, che tutte le feste porta via. Ma domani è un altro giorno, come dicono le lancette dei meteorologi a molla. Massimo Bucchi, scrittore satirico. ilvenerdì.
Il 19 febbraio di quest’anno Oliver Sacks ha scritto, in un editoriale sul New York Times, di essere molto malato: «Fino a un mese fa mi sentivo in perfetta salute. A 81 anni nuoto ancora per un miglio tutti i giorni», racconta. «Ma adesso la fortuna sembra avermi abbandonato». Sacks è inglese, ebreo, ateo. Conclude il suo breve saggio esprimendo gratitudine per avere avuto il tempo di «esistere, come animale pensante, su questo bellissimo pianeta». Oliver Sacks (Valentina Della Seta). ilvenerdì.
Il 23 agosto Grossman parte per Stalingrado, la 6ª Armata del generale Friedrich Paulus e parte della 4ª Armata Panzer sono vicine ai sobborghi della città. «Stalingrado è bruciata. Una città morta. (...) Bambini che vagano - molti sorridono, come impazziti. Il tramonto sopra la piazza, di una bellezza singolare e terribile. Il rosa delicato del cielo che trapela da migliaia, decine di migliaia di finestre e di tetti vuoti. (...) Un senso di calma, dopo lunghi tormenti. La città è morta, ricorda il volto di chi è spirato al termine di una grave malattia e ha trovato pace nel sonno eterno». Vasilij Grossman, romanziere russo, Uno scrittore in guerra. Adelphi. (Corrado Stajano). Corsera.
I morti del terremoto di Reggio Calabria e Messina, del 1909, furono 150 mila e tutti i paesi mediterranei mandarono navi in soccorso delle città distrutte, tranne l’Austria che preferì tenere le sue navi alla fonda a Pola. Ai terremotati siciliani e calabresi furono devoluti gli incassi di una giornata del Casinò di Montecarlo e quelli di una corrida del celebre torero Bombita Torres a Madrid. Paolo Guzzanti, I giorni contati. Baldini&Castoldi, 1995.
La Brianza è sempre stata un impasto di operosità e fede, perché la fede senza le opere è solo sentimento e nostalgia. Invece la fede è agire, è storia, è costruire ciò che si sogna. Ma questo non è una sorta di calvinismo cattolico perché i calvinisti ritenevano di essere predestinati, perché vedevano nelle buone opere e negli affari il segno di una benedizione divina. Qualcuno ha detto che anche noi brianzoli viviamo così: il lavoro quasi come una forma salvifica. Ciascuno sente di poter dare un contributo al mondo realizzandosi nel proprio lavoro, imparando un mestiere, costruendo la propria casa, il proprio paese. E questo è un sano cattolicesimo, dove «la fede senza le opere è morta». Monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara (Paolo Marelli). Corsera.
Nel gruppo di scienziati che lavoravano a Los Alamos, nel New Mexico al progetto della bomba atomica americana (quasi tutti europei, molti gli ebrei fuggiti dal regime nazista) arrivarono anche un giovane fisico tedesco, Klaus Fuchs, che si era rifugiato in Gran Bretagna quando Hitler aveva conquistato il potere, e un americano diciannovenne, Theodore Hall, che si era appena laureato a Harvard. Furono Fuchs e Hall a passare ai sovietici i segreti del progetto Manhattan, e a consentire a Mosca di testare il suo primo ordigno nucleare già nel 1949. Steve Sheinking, L’atomica. il Castoro
La piccola pastorella del deserto di Alamein, Zenab, 14 anni, è saltata su una mina MK. Ululeranno per qualche ora, la madre, le sorelle, le nonne, le bisnonne. Faranno eco le comari dell’attendamento, e i cani e qualche asinello. Il padre e i fratelli, duri e orgogliosi, fingeranno indifferenza nel nome di Allah. Si è spento il piccolo fuoco della fanciulla beduina, del corpicino eretto e falcato, dagli occhi liquidi e ridenti, nel dolcissimo volto bruno. Paolo Caccia Dominioni, Alamein. Longanesi, 1966.
Nel dormiveglia ho pianto come ai tempi dell’impotenza, eppure adesso con la protesi, questo problema è superato; mi sento un gradino difettoso nella scala della evoluzione, un roditore con le piume, un esperimento troncato a metà. Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli, 2014.
Il brigadiere Mannu aveva tra le mani il fascicolo intestato a Ercole Perego quando l’appuntato entrò nel locale archivio, una stanzetta senza finestre che anni e anni prima, era stato il cesso della caserma. Andrea Vitali, La signora Tecla Manzi. Garzanti. 2004.
Il borghese italiano piange il morto dopo averlo ucciso. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/8/2015