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 2015  agosto 25 Martedì calendario

I MILIONI DEI CLAN. ATTO FINALE PER ULTIMO

Potrebbe essere, scusate il gioco di parole, l’ultima inchiesta di Ultimo alla guida del Noe. Avvisi depositati a luglio, 28 indagati, tre interrogatori già fissati a settembre e forse altri chiederanno di essere sentiti prima della decisione dei pm di Napoli Giovanni Conzo e Luigi Landolfi sulle richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione.
E’ la maxi indagine sul riciclaggio internazionale di valuta estera che annoda a un unico filo sequestri di banconote e di titoli di stato per cifre iperboliche effettuati a Fiorenza di Milano, Valico San Gottardo, Airolo, Zurigo, Caianello (Caserta), Agrate Brianza (Monza-Brianza) e Roma. La procura partenopea – già crocevia delle intercettazioni Renzi-Adinolfi eseguite e trascritte dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, e rese pubbliche dalla discovery delle indagini sulla coop rossa emiliana Cpl Concordia – e i duecento uomini agli ordini del colonnello Sergio De Caprio, con il supporto della magistratura elvetica, avrebbero accertato i collegamenti di pezzi di clan dei Casalesi e di personaggi collusi alla mafia siciliana con uno studio legale brianzolo, uno degli snodi per ottenere i buoni uffici di un magistrato del Tar Lazio, figura centrale del sodalizio impegnato nella complicata attività di ripulitura di “Silver Coin Certificate”. Si tratta di titoli statunitensi emessi tra il 1923 e il 1928, forse carta straccia, forse ancora lucrabili con una buona attività di “redemption” (la restituzione al governo statunitense dietro compenso).
Nella stanza assegnata dal Tar al giudice, imbottita di cimici, i carabinieri di De Caprio hanno registrato un andirivieni di strani figuri e hanno ascoltato il magistrato offrire “consulenze” su come riciclare vecchi titoli stranieri e banconote italianissime macchiate d’inchiostro, provento di rapine ai bancomat. Annotando i suggerimenti del giudice a un imprenditore in odore di mafia, condannato a nove anni, di trasferire i beni ad una fiduciaria per scongiurare sequestri.
Le intercettazioni hanno consentito di individuare una cassetta di sicurezza dell’istituto fiduciario Zurcher Freilager AG di Zurigo intestata a uno degli indagati. Il 24 febbraio 2012 l’hanno perquisita. Ma avevano fatto in tempo a togliere i titoli. Ritrovati poi grazie a un sequestro della polizia elvetica che il 13 marzo 2012 ha fermato quattro persone a bordo di una Audi 5 diretta verso il Valico San Gottardo. Trovando rinchiusi in una valigetta, si legge nell’informativa, “nove mazzette di Silver coin Certificate, di cui otto composte da cento banconote del taglio di 1.000.000 dollari cadauna, e una composta da ottanta banconote del taglio di 1.000.000 dollari cadauna per un ammontare pari a un valore facciale di 880 milioni di dollari”. Difficile ricostruirne il percorso, forse provengono dalla “Divina Foundation delle Filippine”. L’operazione è stata condotta tramite “rogatoria transfrontaliera”. L’ultima inchiesta di Ultimo non ha confini.